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La musica può trasmettere dati, con uno smartphone

Dopo la luce, anche la musica può trasmettere dati su frequenze che l'orecchio umano non riesce a percepire, utilizzando uno smartphone. Lo dimostra la tecnica messa a punto dal Politecnico di Zurigo, interessante per le applicazioni che potrà avere in alberghi, musei e grandi magazzini.

Presentato nella Conferenza internazionale di Acustica, linguaggio ed elaborazione dei segnali, il risultato dimostra che i dati di accesso per le reti wi-fi possono essere veicolati su alcune frequenze possono e riceuti dal microfono di un telefono cellulare. "Sarebbe comodo in una camera d'albergo", rileva uno degli autori, Simon Tanner. In questo modo, aggiunge, "gli ospiti avrebbero accesso alla rete wi-fi dell'hotel senza dover inserire una password sul proprio dispositivo".

Una volta catturati dal microfono dello smartphone, i dati vengono decodificati grazie a un algoritmo. La tecnica può trasferire fino a 400 bit al secondo. "In teoria - ha osservato Tanner - sarebbe possibile trasmettere i dati molto più velocemente. Ma a velocità maggiori si potrebbero generare interferenze e la qualità dei dati ne soffrirebbe".

Il principio di trasmissione alla base di questa tecnica è diverso dal sistema Rds, utilizzato nelle autoradio per trasmettere piccole quantità di informazioni digitali, come il nome della stazione radio e i dettagli della musica che sta suonando, che compaiono sul display dell'autoradio. "Con il sistema Rd, i dati vengono trasmessi utilizzando le tradizionali onde radio FM. In altre parole, i dati vengono inviati dal trasmettitore FM al dispositivo radio", spiega Tanner. "Quello che stiamo facendo - aggiunge - è incorporare i dati nella musica stessa, trasmettendoli dall'altoparlante al microfono".

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