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I primi gemelli 'quasi identici' scoperti in gravidanza

Scoperta una rarissima coppia di gemelli semi-identici: si tratta della prima identificata durante la gravidanza e la terza conosciuta in tutto il mondo. I due bambini, che ora hanno quattro anni, sono un maschio e una femmina e sono uguali solo da parte di madre: condividono cioè il 100% del Dna materno, ma solo una parte di quello paterno. La scoperta è stata pubblicata sul The New England Journal of Medicine da Nicholas Fisk, dell'Università del Nuovo Galles del Sud in Australia, e da Michael Gabbett, della Università Tecnologica del Queensland.

I gemelli completamente identici, o monozigoti, derivano da una singola cellula uovo della madre fecondata da un singolo spermatozoo, che si divide poi in due cellule con lo stesso Dna. Invece i gemelli non identici, eterozigoti o dizigoti, vengono concepiti quando due cellule uovo sono fecondate da due spermatozoi diversi. "Ma se una cellula uovo viene fecondata da due spermatozoi contemporaneamente, il risultato sono tre set di cromosomi, uno dalla madre e due dal padre", spiega Gabbett.

"Di solito si tratta di una condizione incompatibile con la vita e gli embrioni non sopravvivono". "È una rarissima casualità, una delle stranezze della biologia dello sviluppo ancora in buona parte sconosciuta", commenta per l'ANSA Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell'Università di Roma Tor Vergata. "In pratica è la biologia stessa che cerca di correggere l'anomalia eliminando i cromosomi in eccesso, ma di solito non ci riesce. In ogni caso - prosegue Novelli - la separazione che ha portato ai due gemelli (detti sesquizigoti) non può essere stata netta e quindi probabilmente i bambini sono dei mosaici di caratteri genetici diversi".

Il primo caso conosciuto di gemelli quasi identici - riconosciuto ufficialmente nel 2005 - è quello di due fratellini francesi nati nel 2002, un maschio e un ermafrodita (cioè nato con entrambi i sessi), cresciuto come una femmina. Il secondo, con le stesse caratteristiche, risale al 2007 negli Stati Uniti. "Ci siamo chiesti se non esistessero altri casi classificati erroneamente o non riportati", dice Fisk, "ma non ne abbiamo trovati".

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