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Umbria fra le prime Regioni per la prevenzione del papilloma virus

L'Umbria, nell'ottica di una sempre più efficace attività di prevenzione delle patologie tumorali, ha recepito tra le prime Regioni in Italia, le nuove indicazioni dell'Osservatorio nazionale screening che prevedono l'invito ad effettuare il test, a partire dai 30 anni e non più a 25, per quelle donne che si sono vaccinate con almeno due dosi contro l'Hpv, il virus del papilloma umano prima dei 15 anni: lo comunica l'assessore alla Salute e alle Politiche sociali della Regione Umbria, Luca Coletto.
    "L'Umbria, come testimoniato dall'ultimo report dell'Ons - ricorda l'assessore Coletto, in una nota della Regione - è stata una delle poche regioni italiane in cui i programmi di screening hanno resistito molto bene all'impatto dell'epidemia da Covid-19, sia sul fronte degli inviti (sia nel 2020 che nel 2021 è stata invitata tutta la popolazione bersaglio) che sul versante delle adesioni, dove a fronte di cali consistenti registrati a livello nazionale, ha mantenuto sostanzialmente i valori precedenti che si confermano tra i più alti d'Italia, con un trend piuttosto stabile nel tempo".
    Nel complesso, il programma di screening contro i tumori della cervice uterina riguarda circa 240.000 donne con un'età compresa tra i 25 e i 64 anni. In merito alle novità organizzative adottate, va sottolineato - si sottolinea nella nota - che la prevenzione sta cambiando grazie alla diffusione di strumenti di consolidata efficacia, quali il vaccino contro l'Hpv e lo screening per il tumore della cervice uterina. La ricerca scientifica ha dimostrato che le donne vaccinate contro l'Hpv prima di aver compiuto 15 anni hanno un bassissimo rischio di sviluppare, prima dei 30 anni, lesioni pretumorali del collo dell'utero.
    Pertanto, l'Umbria, tra le prime Regioni in Italia, con la Dgr 1359/2022 ha recepito le indicazioni dell'Osservatorio Nazionale screening e del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025, che prevedono per lo screening per la cervice uterina di invitare direttamente a 30 anni le donne vaccinate contro l'Hpv con almeno due dosi prima dei 15 anni.
    Le donne venticinquenni non vaccinate con almeno due dosi contro l'Hpv, o con una sola dose di vaccino o con seconda dose del ciclo vaccinale somministrata dopo il compimento dei 15 anni, continueranno ad essere invitate con la prima chiamata di screening del tumore del collo dell'utero ad effettuare il Pap-test.
    Per poter attuare efficacemente tale cambiamento, la Regione e le Asl, hanno messo in atto una serie di attività che riguardano: l'integrazione tra le anagrafi vaccinali e il programma di gestione degli screening, attraverso la quale attualmente è possibile verificare lo stato vaccinale per Hpv delle donne che debbono essere invitate per la prima volta allo screening per strutturare percorsi di screening differenziati; la formazione degli operatori coinvolti nel processo, attraverso due corsi realizzati tra la fine del 2022 e il primo trimestre del 2023 destinati ai ginecologi e alle ostetriche; il fatto che la comunicazione sia rivolta direttamente alle donne venticinquenni tramite un'apposita lettera informativa che sarà inviata a domicilio alle donne che sono state vaccinate contro l'Hpv con due dosi di vaccino entro i 15 anni, sia rivolta alla popolazione e agli operatori a vario titolo coinvolti, attraverso la diffusione una campagna di comunicazione multicanale.
   

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