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MagoS canta 'Paronomasia', l'autismo non fa più paura

"Voglio essere felice, amare come Dante amò Beatrice... E saltare, saltare, saltare" canta Simone Maghernino, in arte MagoS, il ragazzo autistico di 23 anni che ha inciso una canzone intitolata 'Paronomasia' (disponibile dal 6 maggio), ovvero un bisticcio di parole, una figura retorica che consiste nell'accostare parole con suono molto simile ma significato diverso.

Dopo il primo singolo 'Ali in tasca', Simone esce dallo studio di registrazione dell'amico Edgardo Caputo, scende in piazza e coinvolge la sua città, San Severo, in provincia di Foggia, in una specie di flash mob davanti a Palazzo Celestini, sede del municipio. Il suo canto diventa così corale, un inno alla gioia, e Simone non è ai margini ma al centro della comunità, amato e rispettato.

L'autismo non fa più paura, la vita è una e va vissuta pienamente alla ricerca della felicità, qualunque sia la condizione di partenza. Questo il senso della canzone, allegra e orecchiabile, nata da un testo scritto dalla mamma di Simone, Luisa Sordillo, impegnata in un obiettivo che dovrebbe essere quello di tutti i genitori: la gioia dei propri figli.

Utilizzando la paronomasia, MagoS gioca con le parole in un brano che vuole essere un urlo di positività, la liberazione dal ruolo stretto e angusto in cui per anni si è sentito intrappolato. Simone non è soltanto un ragazzo autistico, è molto di più. E’ un ragazzo con desideri, inclinazioni, sentimenti e dei sogni. E non è più solo.

Il videoclip di 'Paronomasia', girato da Alessandro Russi, è un segnale forte a favore dell’inclusione, della solidarietà e della speranza di un mondo sognato che abbatte definitivamente muri e pregiudizi. L’evento in piazza, che ha avuto il patrocinio del Comune, ha riscosso l’applauso e le congratulazioni dei cittadini presenti e l’abbraccio affettuoso del sindaco della città, Francesco Miglio.  

 

"MagoS non è più un anonimo da tenere nell’angolo - dice Luisa, la mamma, che ha inciso i cori del brano insieme a Ilario de Angelis - ma un cittadino di cui esser fieri, un ragazzo che, coraggiosamente, affronta le difficoltà della vita e della società con il sorriso e un enorme ottimismo. L’autismo non è una malattia, ma una neurodiversità. E l’autistico non va dunque curato bensì accolto ed integrato, con le caratteristiche che gli sono proprie".

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