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Aviaria campanello d'allarme per nuove pandemie

(di Antonino Michienzi)  Milioni di uccelli selvatici morti, un numero crescente di specie di mammiferi infettate, anche in Paesi un tempo non toccati dal virus e un caso nell'uomo: la stagione dell'influenza aviaria quest'anno ha alzato come non mai l'attenzione sul legame tra la salute animale e quella degli uomini, tanto che le maggiori organizzazioni internazionali attive nella sorveglianza della salute umana e animale, invitano a non abbassare la guardia per scongiurare l'emergere di nuove pandemie. E' questa, per esempio, la posizione di Organizzazione mondiale per la salute (Woah), Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e Organizzazione delle Nazioni Unite per cibo e agricoltura (Fao).
    Il picco dell'influenza aviaria potrebbe essere stato superato, ma la stagione non è ancora finita. Secondo l'ultimo report della Woah, nelle settimane tra il 17 febbraio e il 9 marzo sono stati ancora 2,2 milioni gli animali morti o abbattuti a causa di virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità, soprattutto H5N1. Oltre 200 i focolai, 44 in allevamenti di pollame e circa 160 in uccelli selvatici, più dell'80% in Europa.
    "Sulla base dell'andamento stagionale, si prevede che il numero di focolai negli animali abbia superato il picco e inizi a diminuire", ha detto ancora la Woah, che ha però invitato a mantenere alta la sorveglianza, anche in considerazione dell'elevata diffusione all'infezione nei mammiferi.
    A oggi è difficile quantificare il rischio per l'uomo. Lo scorso mese l'Oms ha chiarito che a uccidere una bambina in Cambogia a febbraio è stato un ceppo del virus che circola nel pollame nel sud-est asiatico da 10 anni e non ci sono relazioni con l'epidemia attuale. "Per il momento l'Oms valuta il rischio per l'uomo basso", ha detto il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Ma non possiamo dare per scontato che le cose rimarranno così. Dobbiamo prepararci per ogni cambio nello status quo".
    Anche per questa ragione, questa mattina, i rappresentanti delle agenzie internazionali con competenze sull'alimentazione (Fao), sull'ambiente (Unep), sulla salute umana (Oms) e sulla salute animale (Woah) hanno lanciato un appello ad accelerare nell'adozione di un approccio 'One Health' alle principali sfide globali, in particolare le pandemie. "Le recenti emergenze sanitarie internazionali come la pandemia di Covid-19, il vaiolo delle scimmie, le epidemie di Ebola e le continue minacce di altre malattie zoonotiche, la sicurezza alimentare, le sfide della resistenza antimicrobica, nonché il degrado dell'ecosistema e il cambiamento climatico dimostrano chiaramente la necessità di sistemi sanitari resilienti", hanno scritto.
    Intanto proseguono i lavori su un nuovo piano globale per far fronte alle pandemie: dopo un primo incontro a fine febbraio, la prossima settimana i rappresentati nazionali in seno all'Oms si incontreranno per discutere sulla prima bozza. L'obiettivo è giungere a un documento condiviso da presentare all'Assemblea Mondiale della Sanità del prossimo anno. Nei giorni scorsi è sceso di nuovi in campo anche Bill Gates: con un intervento sul New York Times ha espresso il timore che si stiano commettendo gli stessi errori del passato e invitato a prepararsi alle epidemie come si fa con gli incendi. "Se un incendio viene lasciato bruciare senza controllo, rappresenta una minaccia non solo per una casa ma per un'intera comunità", ha scritto.

   

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