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Salgono casi Covid tra bimbi. Scoperta causa fatigue

Aumentano nell'ultima settimana i contagi da SarsCoV2 tra i bambini ed i sanitari, così come le reinfezioni anche se, complessivamente, l'epidemia di Covid-19 in Italia arretra ed i maggiori indicatori, dall'incidenza all'Rt ai ricoveri ospedalieri, sono in calo. A preoccupare sempre di più, ora, è anche il Long Covid, la sindrome post-infezione che colpisce ben una persona su tre. La buona notizia è che un nuovo studio ha identificato la causa della fatigue, la spossatezza debilitante che è tra le maggiori manifestazioni del Long Covid, aprendo la strada a terapie mirate.

Negli ultimi sette giorni, rileva l'Istituto superiore di sanità nel suo report esteso, è aumentata la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione: 10,8% rispetto a 6,8% della settimana precedente. In leggero aumento rispetto alla settimana scorsa anche il tasso di incidenza tra i 5 e gli 11 anni e tra i 12 e i 15 anni, mentre è in diminuzione nelle altre fasce d'età. Il report segnala un leggero aumento dei casi anche tra gli operatori sanitari: 3,4% rispetto a 3,2% di sette giorni fa.

Quanto alla percentuale di reinfezioni, pari al 27,8%, risulta anch'essa in aumento rispetto alla settimana precedente (24,9%). Segnali da monitorare, anche se la situazione, assicura il ministero della Salute, al momento appare sotto controllo. Invita tuttavia alla prudenza Cesare Cislaghi, past president della Società italiana di epidemiologia: "Tutti gli indicatori dell'epidemia sono in chiaro e continuo decremento, anche se i dati relativi ai contagi oggi sono sottostimati in quanto molte diagnosi sono fatte con tamponi fai da te e non vengono notificate alle Asl. La cautela è però d'obbligo: il decremento dell'incidenza, infatti, sembra stia arrestandosi", avverte.

Questo vuol dire che "non è così certo che si stia andando verso la chiusura dell'epidemia". Il decremento dell'incidenza, spiega, "è evidenziato dal valore dell'Rdt, ovvero l'indice di replicazione dei casi diagnosticati simile all'indice di trasmissibilità Rt ma più aggiornato, che a metà gennaio era 0,59 e adesso è salito a 0,74. E questa riduzione del decremento è in tutte le Regioni". Dunque, "dovremo avere attenzione e molta prudenza nell'analizzare i dati nei prossimi giorni perché - conclude Cislaghi - potremmo o finalmente osservare gli ultimi giorni dell'epidemia o, all'opposto, un'inversione della tendenza". A livello mondiale, invece, La Cina afferma di aver registrato un forte calo dei decessi correlati al Covid durante il Capodanno lunare, malgrado il picco di viaggi atteso. Il Centro per il controllo delle malattie ha riferito che 6.364 decessi negli ospedali sono stati collegati al virus tra il 20 e 26 gennaio, la metà della settimana prima.

Una buona notizia arriva intanto in relazione alla sempre più diffusa sindrome da Long Covid, che ormai colpisce 1 persona su 3 tra quelle che hanno contratto l'infezione. E' stato scoperto il meccanismo d'azione che porta alla 'fatigue', o spossatezza invalidante, legata al Long Covid: è innescata da un deficit di arginina, un aminoacido prodotto naturalmente dall'organismo. Lo dimostra uno studio sul Long Covid condotto dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - Università Cattolica Campus di Roma, in corso di pubblicazione sulla rivista International Journal of Molecular Sciences. Secondo lo studio, la stanchezza cronica della sindrome post-Covid è associata appunto ad un'alterazione nel metabolismo dell'arginina.

Attualmente, afferma il coordinatore dello studio Francesco Landi, past president della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e direttore del Dipartimento di Scienze dell'invecchiamento ortopediche e reumatologiche del Policlinico Gemelli, "in assenza di trattamenti disponibili contro una sindrome di cui ancora sappiamo ben poco, ripristinare i valori di arginina potrebbe rappresentare una nuova strategia integrativa efficace contro la fatigue, che può essere associata a disfunzioni immunitarie e vascolari che a loro volta aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari". 
   

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