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Premio Montalcini a ricerca su Sclerosi multipla progressiva

E' Luca Peruzzotti-Jametti, un ricercatore italiano che lavora all'Università di Cambridge, ad aver vinto quest'anno il Premio Rita Levi Montalcini, assegnato dalla Fondazione Italiana Sclerosi multipla (FISM) nell'ambito del congresso annuale, che ha riunito 250 ricercatori da tutto il mondo.

Originario di Somma Lombardo, in provincia di Varese, il giovane neurologo sta studiando, in particolare, il collegamento tra metabolismo delle cellule immunitarie e neuroinfiammazione cronica. Autore di più di 47 articoli scientifici originali sulla Sclerosi Multipla, pubblicati su riviste di grande impatto, Luca Peruzzotti-Jametti ha lavorato come visiting scientist in diverse università europee. Nel 2018, ha ottenuto un dottorato in neuroscienze cliniche all'Università di Cambridge (UK) e lavora nel laboratorio diretto dal professor Stefano Pluchino, che ha vinto il Premio Montalcini nel 2007. Nel sistema nervoso centrale di pazienti con Sclerosi multipla progressiva c’è uno stato di infiammazione cronica che continua a espandersi mentre il cervello continua lentamente a 'bruciare', a perdere resilienza e a invecchiare prima. Questo processo degenerativo è mediato in gran parte da microglia e macrofagi. Peruzzotti Jametti, sta cercando di capire perché queste cellule immunitarie continuino a generare quello stato cronico di attività e come intervenire affinché non facciano più danno.

La sua ricerca parte dagli studi sull'ictus e sui danni cellulari indotti da ischemia. Studiando la carenza di ossigeno (ipossia) e il metabolismo nelle cellule nervose colpite da ictus, ho messo le basi per un approccio innovativo alla Sclerosi multipla, basato sullo studio del ruolo del metabolismo nei processi di infiammazione cronica. "Ciò che le cellule 'mangiano' e il loro metabolismo, ossia il modo con cui processano il proprio nutrimento e lo trasformano in energia, - spiega Peruzzotti Jametti - guida l'attività di ogni singola cellula in condizioni normali e anche in condizioni di malattia. Questa è l'idea di fondo che ha guidato tutta la mia ricerca scientifica".

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