Domenica 05 Maggio 2024

Leucemie, farmaci mirati hanno cambiato la storia delle cure

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 Nuovi traguardi terapeutici stanno permettendo nuove opportunità per la cura dei tumori del sangue.
    Per la sedicesima edizione della "Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma" promossa da Ail e che ricorrerà il prossimo 21 giugno, è la stessa Associazione italiana contro le leucemie a condividere e confermare i successi della ricerca scientifica. In ematologia i progressi negli ultimi 20 anni sono stati raggiunti grazie alla messa a punto dei farmaci mirati. Con la ricerca è stato possibile scoprire le mutazioni genetiche e, in alcuni casi (come nella leucemia mieloide cronica), è stata cambiata la storia delle cure.
    "Sono farmaci che derivano da anni di ricerca che hanno permesso di scoprire mutazioni genetiche proprie della cellula malata che causava la malattia - spiega Marco Vignetti, presidente della Fondazione Gimema Franco Mandelli e vice presidente nazionale di Ail - Alcune cellule del sangue nell'attività di moltiplicazione fanno un errore che non viene riconosciuto in tempo ed eliminato. La ricerca ha individuato la mutazione e iniziato a creare dei farmaci che colpissero solo la mutazione, risparmiando le altre cellule. Questo ha portato a grandi risultati, uno per tutti è la terapia per la leucemia mieloide cronica (Lmc). Oggi è considerata curabile, con una buona qualità di vita e con una durata paragonabile a quella di una persona sana".
    "Le neoplasie mieloproliferative, i tumori rari che colpiscono il midollo osseo quali la leucemia mieloide cronica, policitemia vera, trombocitemia essenziale e mielofibrosi sono malattie croniche indolenti; le diagnosi difficili spesso avvengono fortuitamente, e i trattamenti iniziano così con anni di ritardo e dunque rischi per i pazienti - sottolinea Sergio Amadori, presidente nazionale Ail - Oggi, la conoscenza delle basi genetiche ha reso possibile lo sviluppo di molecole in grado di inibire in modo mirato l'azione dei geni responsabili della malattia, aprendo la strada a un nuovo approccio di trattamento fondato sulla diagnostica". 
   

Leucemie, per Ail importante il controllo per guariti Covid
Barbui, infettati 450 pazienti con malattie mieloproliferative
In Italia sono 450 i pazienti con malattie mieloproliferative (che hanno avuto origine nel midollo osseo) che hanno avuto il Covid. A dirlo è Tiziano Barbui, primario emerito di ematologia clinica e direttore scientifico di From, la Fondazione per la ricerca Ospedale di Bergamo, durante la conferenza stampa organizzata da Ail per la "Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma". "Ci sono state 450 persone con malattie mieloproliferative che si sono ammalate di Covid - spiega - Abbiamo seguito per sei mesi chi ha avuto la fortuna di tornare a casa. Bisogna stare attenti ai primi mesi: non bisogna abbandonare le terapie ed è importante la profilassi antitrombotica", spiega. "I pazienti ematologici che contraggono l'infezione rischiano molto, sia per le conseguenze dirette del virus sia per la mortalità, più alta (5-6% in più) rispetto alla popolazione sana e ad altre categorie di malati - dice Sergio Amadori, presidente nazionale Ail - Ma l'ematologia italiana, a differenza di altre specializzazioni, non ne ha risentito troppo: i trattamenti sono proseguiti come anche le cure ad alta complessità come le Car-T, i trapianti. E poi tutto il grande lavoro e sostegno degli oltre 15.000 volontari Ail che sono sempre stati al fianco dei pazienti e dei loro familiari". 

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