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Coronavirus: in Usa 'pazienti cronici' si aiutano sui social

(ANSA) - ROMA, 13 AGO - Non sono ancora pienamente riconosciuti dalla medicina 'ufficiale', ma negli Usa i 'malati cronici' di Covid-19, persone cioè che hanno sintomi anche mesi dopo aver sviluppato la malattia, si sono già organizzati sui social. Dalla loro esperienza, racconta la rivista del Mit technology Review, è già nato anche un primo studio scientifico autoprodotto che li riguarda.
    La prima a lanciare un appello alle persone con sintomi prolungati è stata Gina Assaf, una consulente di Washington, anch'essa vittima del virus e delle conseguenze a lungo termine.
    Il gruppo lanciato sul social Slack, che ha già un gemello britannico, ha raccolto in poco tempo oltre 7mila esperienze, oltre a dare vita a gruppi di supporto su Instagram e Whatsapp.
    Una parte di queste è confluita in un vero e proprio studio scientifico, coordinato da sei ricercatori, che è stato il primo a fare un inventario dei problemi persistenti, che comprende fatica cronica, palpitazioni, respiro corto, dolori articolari ma anche sintomi più gravi a danno di polmoni, reni e cervello.
    Sulla base dei risultati anche il Cdc americano ha pubblicato un articolo. "Il Covid-19 può portare a malattia prolungata - si legge - anche tra i giovani adulti senza condizioni cliniche preesistenti".
    Il fenomeno è stato riscontrato anche in Italia. Uno studio dei ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma pubblicato a luglio ha trovato che nella maggior parte dei pazienti analizzati a due mesi dalla diagnosi rimaneva almeno un sintomo, soprattutto la stanchezza cronica. (ANSA).
   

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