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Ricerca italiana 'promossa' da Nobel per la medicina Allison

La ricerca italiana è 'promossa' per le sue "aree di eccellenza" da James P. Allison, premio Nobel per la Medicina nel 2018 per i suoi studi sull'immunoterapia, e ospite del convegno 'The Healthcare to come' presso l'Università Statale di Milano.
"Per quello che ne so - ha detto parlando a margine dell'evento promosso dalle fondazioni Silvio Tronchetti Provera e Umberto Veronesi - il sistema di ricerca italiano è abbastanza buono. Ci sono delle aree di eccellenza". Sa, come gli hanno raccontato alcuni suoi colleghi, "che c'è un problema di fondi, ma anch'io - ha proseguito - mi lamento per i finanziamenti nel mio paese, gli Stati Uniti. Ci sono comunque dei picchi di eccellenza". Anzi, secondo lui un premio Nobel è possibile anche in Italia: "ci sono un sacco di persone che lo meriterebbero, ma non mi arrischio a fare previsioni".
E proprio sui finanziamenti alla ricerca si è espresso Pier Giuseppe Pellicci, dell'Istituto europeo di oncologia di Milano e professore della Statale, che rimarca come "restiamo in fondo alla classifica dei paesi europei dove il rapporto tra la spesa per la ricerca e il Pil è quasi del 2%, contro il nostro 1,4%". Il problema in Italia, oltre all'entità dell'investimento, "ancora troppo basso", è la struttura ricerca: "non abbiamo ancora un sistema disegnato per avere come unico scopo quello di generare ricerca e conoscenza". Quanto alla possibilità di un Nobel all'Italia, Pellicci è convinto che prima o poi "arriverà: abbiamo i talenti giusti e l'entusiasmo".

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