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'Con il futuro nel cuore', in Etiopia per la salute di madri e bambini

Ancora troppi neonati e troppe madri muoiono in Etiopia per mancanza di adeguata assistenza sanitaria. Ridurre la mortalità materno-infantile è l'obiettivo del progetto 'Con il futuro nel cuore', promosso da Medici con l'Africa CUAMM, nell'ospedale di Wolisso nel Paese africano, grazie al contributo non condizionate di MSD. Il progetto è stato finanziato attraverso una donazione di 750.000 dollari, nell'ambito del programma Global Giving di MSD for Mothers.

Il progetto mira ad introdurre due strumenti innovativi per l'assistenza nell'ospedale di Wolisso: l'epartograph, uno strumento costituito da una app per tablet che consente di seguire il travaglio riducendo i rischi di complicanze, e il monitor cardiotocografico per l'identificazione di casi a rischio di sofferenza fetale al momento del ricovero ospedaliero. L'obiettivo è anche fornire l'informatizzazione in tempo reale dei dati dei pazienti in ospedale e aumentare il personale qualificato attraverso il supporto specifico alla Scuola per Ostetriche e Infermieri dell'ospedale St. Luke di Wolisso. Il progetto intende inoltre assicurare 10.2000 visite prenatali e 226.600 visite pediatriche, arrivare al 90% dei parti assistiti (dal 59% attuale), seguire il 55% delle emergenze ostetriche in modo adeguato, portare al 5% i cesarei garantiti nell'ospedale di Wolisso, dal 2,7% attuale.

"Con questo progetto che è già concreto e operativo vogliamo essere sul campo 'con' e 'per' le donne. La tutela della salute materno infantile ha bisogno di servizi e infrastrutture, ha bisogno che le donne possano accedere ad un'assistenza di qualità ma necessita anche di un grande lavoro culturale sulle popolazioni. E' un progetto a lungo termine che si pone proprio questi ambiziosi obiettivi. Siamo convinti che insieme vinceremo questa sfida affinché nessuna donna debba più morire nel dare alla luce una nuova vita", affermano don Dante Carraro, direttore di CUAMM, e Nicoletta Luppi, presidente e Amministratore delegato di MSD Italia. Ma in Etiopia, sottolinea don Dante, "ci sono aree rurali dove gli stessi diritti umani delle donne sono messi in discussione e dove le donne sono completamente vincolate alle decisioni del marito o della famiglia, persino per quanto riguarda la loro salute. Bisogna fare molto dal punto di vista culturale, ma puntiamo anche a formare il personale, aiutare le donne a diventare ostetriche e lasciare che la gestione passi nelle mani del personale locale".

"Gli effetti a catena della morte di una madre sono enormi. Per le famiglie e le comunità sono devastanti. Per questo motivo - spiega Mary-Ann Etiebet, direttore esecutivo di MSD for Mothers - dobbiamo investire di più. Un'esperienza positiva durante la gravidanza e il parto può costruire la fiducia di una donna nei confronti del sistema sanitario, e quindi spronarla ed incentivarla a chiedere assistenza sanitaria per se stessa, il suo neonato e la sua famiglia. È quello che chiamiamo 'Mom Effect' ovvero 'Effetto mamma'".

Ma per garantire una migliore assistenza è anche fondamentale una partnership tra pubblico e privato, come rileva Ranieri Guerra, assistant director general strategic initiatives dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): "E' indubbio che quello che serve è una governance pubblica ma non si può prescindere dalla collaborazione del privato. E non mi riferisco solo al privato sociale o non governativo, ma anche al privato for profit. Ci deve essere una collaborazione molto stretta che va anche oltre la responsabilità sociale dell'azienda. Ci deve essere un coinvolgimento a livello progettuale locale. Per il tipo di azione che dobbiamo mettere in atto, contano le risorse, conta la collaborazione, conta il partenariato corretto e trasparente secondo regole condivise".
   

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