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Chi viola il codice della strada sarà assistente pedonale

 Imputati, indagati o condannati per reati in violazione del Codice della Strada diventeranno 'assistenti pedonali' a Bologna. Il capoluogo emiliano è la settima città del Paese, la seconda Città metropolitana dopo Torino, ad avviare il progetto 'Ruote ferme, pedoni salvi', ideato dall'Afvs - Associazione familiari e vittime della strada, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e di Anci.
    Il protocollo d'intesa è stato siglato oggi in Comune dal comandante della Polizia Locale Romano Mignani e dalla delegata dell'associazione Silvia Frisina. Saranno 20 i primi assistenti messi a disposizione per il servizio, presi in carico dall'ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna di Bologna, con riferimento sia alla messa alla prova, sia alla pena sostitutiva per i reati di guida in stato di ebrezza alcolica e sotto effetto di stupefacenti.
    Dopo un periodo di breve formazione da parte degli agenti di Polizia locale, gli imputati, indagati, condannati svolgeranno funzioni di presidio degli attraversamenti pedonali a rischio, in particolare vicino alle scuole e agli uffici giudiziari.
    Ognuno sarà dotato di pettorina ad alta visibilità e paletta.
    "E' un progetto di sicurezza stradale a tutela dell'utenza più debole, con una finalità rieducativa per le persone che possono ricucire il patto violato con la società - spiega Frisina - Quale miglior modo per riparare se non sulla strada, il luogo dove hanno commesso il reato".
    Il Comune sta definendo le aree nelle quali introdurre i nuovi assistenti pedonali. "Si partirà dalla strada scolastica di via di Vincenzo davanti alle scuole Testoni - spiega l'assessore alla Scuola Daniele Ara - Prossima strada potrebbe essere Vicolo Bolognetti davanti alle Guido Reni".
    In altre città che hanno aderito all'iniziativa questo lavoro di pubblica utilità è svolto anche da persone che hanno commesso omicidio stradale: "Speriamo di farlo anche a Bologna - aggiunge Frisina - Noi siamo sempre a favore della possibilità di riparazione. In caso di omicidio stradale, si muore in due, la vittima e in qualche modo anche chi lo ha causato. Partecipare a progetti di questo tipo è un messaggio importante, un po' come fosse la pena del contrappasso".  

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