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Comparto rimorchi, appello Anfia al governo per evitare stop produzione

Gli imprenditori del comparto rimorchi e semirimorchi denunciano "costi di produzione insostenibili e un assottigliamento del portafoglio ordini nell'ultimo mese e mezzo" con "forte e tangibile il rischio di una perdita di competitività rispetto ai produttori esteri, per i quali l'impatto della crisi energetica sulle bollette è molto inferiore e le misure di sostegno messe in campo nei rispettivi Paesi sono più consistenti e incisive". E' l'allarme lanciato dall'Anfia nella conferenza stampa della sezione Rimorchi dell'associazione, che si è svolta a Fiera Milano-Rho, nell'ambito di Transpotec-Logitec 2022. L'Anfia rivolge un appello al governo perché aiuti le imprese ad evitare il blocco totale della produzione. "La situazione - afferma Andrea Zambon Bertoja, presidente della Sezione Rimorchi dell'Anfia - è fuori controllo. I continui aumenti dei prezzi, dell'ordine del 15-20%, e le difficoltà di reperimento delle materie prime, che si sommano all'impatto della crisi energetica sui costi delle bollette degli stabilimenti produttivi, aumentati di oltre 7 volte, obbligano i produttori di rimorchi e semirimorchi a produrre in perdita, senza poter riversare i maggiori costi di produzione sui clienti, imprese di autotrasporto a loro volta alle prese con prezzi dei carburanti e del metano saliti alle stelle". Oltre agli enormi rincari di materie prime come ghisa, alluminio, cromo, nichel e argilla, l'Anfia sottolinea gli impatti devastanti del conflitto in Ucraina stanno creando alle imprese della filiera italiana dei produttori di rimorchi e semirimorchi e degli allestitori di veicoli industriali, per l'80% formata da pmi artigiane familiari.

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