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Volkswagen aveva già immaginato mobiltà 'dopo monopattino'

Il boom dei monopattini elettrici, che non è un fenomeno solo italiano, sta rapidamente facendo uscire dalla competizione commerciale i modelli 'improvvisai' che sono solo pratici e veloci (caratteristiche che piacciono soprattutto alle aziende del noleggio) ma dopo pochi chilometri evidenziano grossi limiti dal punto di vista della sicurezza e della comodità. Torna dunque di grande attualità il progetto Streetmate che Volkswagen aveva studiato e progettato per dare un contributo alla mobilità urbana dell'ultimo miglio e che, a due anni di distanza dalla presentazione, si dimostra ancora più attuale con le sue soluzioni ergonomiche. Come sottolinea il magazine Autoevolution, la Casa di Wolfsburg con Streetmate non ha cercato di creare uno strano design di skate board né ha provato a sospendere l'utente a mezz'aria su una sorta di telaio da bici senza pedali. No, Volkswagen ha utilizzato un'idea semplice e ha realizzato un design altrettanto semplice, migliorando così il risultato rispetto a tutti gli altri monopattini, ma anche ai verie propri e-Scooter.

La grande forcella anteriore ha due ammortizzatori e si collega al manubrio proprio come una classica bici, in modo da assicurare - assieme alla ruota di grande diametro - una migliore guidabilità, un elevato confort anche sulle strade accidentate e un ridotto affaticamento dell'utente. Altra soluzione 'intelligente' è la presenza dei paraspruzzi sia davanti che dietro, cosa solitamente trascurata nei monopattini.

E non mancano un manubrio di dimensioni e forma ergonomiche, un vero faro a Led e un supporto per lo smartphone. Ma l'elemento più innovativo è la versatilità dell'architettura, con una parte del telaio che si solleva e diventa una sella, in modo da non obbligare a stare sempre in piedi.

Streetmate, ricordiamolo, è qualcosa di più di un monopattino ma uno scooter elettrico con la versatilità e la praticità dei veicoli più piccoli. Il motore da 2,7 Cv assicura ottime prestazioni e la batteria (nascosta nella parte bassa del telaio) permette 60 km di autonomia, a patto di non sfruttare sempre la velocità massima che, in questo caso, raggiunge i 45 km/h.

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