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Auto: mercato Italia, -49,6% vendite a maggio

Nel mese di maggio in Italia sono state venute 99.711 auto, il 49,6% in meno dello stesso mese del 2019. Da inizio anno le immatricolazioni sono state 451.366, con un calo del 50,45% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso. I dati sono del ministero dei Trasporti. 

Fca, a maggio -57,2% vendite in Italia
Il gruppo Fca ha venduto in Italia a maggio 22.193 vetture, il 57,22% in meno dello stesso mese del 2019. La quota di mercato è scesa dal 26,2% al 22,26%. Nei cinque mesi le auto immatricolate dal gruppo sono 109.702, in calo del 51,9% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso. La quota è al 24,3% (-0,75%).

Nel mese di maggio Fiat ottiene il 14% di quota del mercato, Alfa Romeo l'1,2%, stabile rispetto al 2019, e Lancia il 2,45%. Sono 5 i modelli Fca nella 'top ten' delle auto più vendute a maggio: oltre alla Panda sempre prima, compaiono le Jeep Compass e Renegade, la Lancia Ypsilon e la Fiat 500X. La Panda, nel mese, con il 46,8% è l'auto più venduta in assoluto e nel segmento A e, insieme con la 500 (seconda), la quota è sopra il 60%. La Lancia Ypsilon è la vettura top seller del segmento B con una quota dell'11,1% e la Tipo è prima del segmento C (16,2% di quota) e complessivamente Fca ha oltre il 21% di quota nella categoria grazie anche alla Giulietta tra le 'top five'. Al vertice dei rispettivi segmenti sono anche Jeep Compass (13,2%), Fiat 500L (41,1%), Fiat 500X e Jeep Renegade (insieme hanno il 21% di quota nel loro segmento), Alfa Romeo Stelvio e Giulia. Nei cinque mesi segnale positivo per Lancia, che con il 3,4% di quota nell'anno migliora di 0,1 punti percentuali. Fiat ottiene una quota del 15,8%, Alfa Romeo dell'1,2% e Jeep del 3,9%. Sono 5 i modelli Fca nella 'top ten' delle auto più vendute: Fiat Panda e Lancia Ypslon ai primi due posti, quindi le Fiat 500X e 500 e la Jeep Renegade. Sempre nel progressivo annuo sono prime nei rispettivi segmenti Fiat Panda (50,8% di quota), Lancia Ypsilon (15%), Fiat Tipo (15,3%), Fiat 500X (12%), Fiat 500L (36,1%), mentre Jeep Renegade è seconda (11,6% dietro alla sola 500X) e sono tra le prime anche Jeep Compass 9,6 e Alfa Romeo Stelvio.

Promotor, naufragano speranze ripresa per settore
Il mercato automobilistico italiano ha registrato a maggio, primo mese di riapertura delle concessionarie dopo un bimestre di chiusura, "un risultato sconvolgente". Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che parla di un "dato drammatico, ancora più disastroso se si considera che è dovuto anche a ordini rimasti inevasi alla fine di febbraio, ultimo mese di andamento normale", con un risultato "altrettanto catastrofico" nei 5 mesi. Secondo una prima stima del Centro Studi Promotor "la perdita di fatturato è di 8,3 miliardi a cui occorre aggiungere 1,8 miliardi di minor gettito Iva. E questo rischia di essere solo la punta di un iceberg perché, procedendo alla velocità dei primi cinque mesi dell'anno, le immatricolazioni a fine 2020 si collocherebbero a quota 950.000 con un calo di fatturato rispetto al 2019 di 17,4 miliardi e di gettito Iva di 3,8 miliardi". "Il settore dell'auto ha assolutamente bisogno di una terapia d'urto e la soluzione possibile è l'adozione di incentivi alla rottamazione. Su questo terreno - sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - l'Italia vanta un precedente importante. Quello del 1997 in cui la formula per la prima campagna di incentivi alla rottamazione determinò una crescita delle immatricolazioni del 38%, un incremento del Pil, certificato dalla Banca d'Italia, dello 0,4%. Un provvedimento a costo zero perché l'onere degli incentivi per lo Stato fu ampiamente coperto dal maggior gettito Iva sulle auto vendute in più. Il Decreto Rilancio ha previsto solo un cip per aumentare lo stanziamento a favore delle auto a basso impatto. E' assolutamente necessario che venga integrato con misure che prevedano un congruo incentivo per chi rottami un'auto di oltre 10 anni ed acquisti una vettura Euro 6.

Unrae, crisi drammatica, politica è indifferente
"Il dato delle immatricolazioni di maggio, la maggior parte consegne di ordini sottoscritti prima dell'inizio dell'emergenza da Covid-19, conferma la gravità della crisi senza precedenti che sta attraversando il settore auto". Così Michele Crisci, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere, commenta i dati del mercato italiano. "Nonostante la riapertura a inizio maggio dopo due mesi di chiusura completa - aggiunge Crisci - il sistema della distribuzione auto resta attanagliato da una grave crisi di liquidità, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli fermi nei piazzali e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità ancora impigliate nella burocrazia e bloccate all'interno del sistema bancario. D'altra parte, la mera riapertura dei concessionari non basta a far ripartire la domanda, con famiglie e imprese prostrate dal crollo dell'attività economica e con un futuro quanto mai incerto e fosco. Testimonianza ne sono i dati raccolti a fine maggio che parlano di un calo degli ordinativi di circa il 60% rispetto a maggio dello scorso anno. Nell'assoluta, incomprensibile sordità e indifferenza della classe politica è sempre più grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto, che si accompagnerebbe drammaticamente alla scomparsa di decine di migliaia di posti di lavoro" Crisci ribadisce "l'urgente necessità di immediati e concreti provvedimenti che siano di efficace sostegno al settore auto".

Anfia, mercato al rallentatore, volumi dimezzati
"I dati di maggio non fanno che confermare che il settore automotive sta facendo fatica a risollevarsi dopo due mesi di quasi azzeramento del mercato. Alla riapertura, il 4 maggio, la rete dei concessionari si è trovata a dover fare i conti con le difficoltà economiche di famiglie e imprese, in un clima di forte incertezza e di scarsa propensione all'acquisto di beni durevoli, senza contare che il mese appena concluso ha ancora visto, nella prima parte, restrizioni alla mobilità delle persone". Lo dice Paolo Scudieri, presidente di Anfia. "Quel che è peggio è che le istituzioni, a tutti i livelli - osserva - non sembrano voler riservare un posto al nostro comparto nel futuro del Paese. Oltre alla mancanza di un piano di rilancio della filiera che invece altri mercati europei, come la Francia, hanno già messo in campo per riportare la domanda e la produzione su livelli regolari nel breve termine, ma anche per accompagnare la transizione verso l'elettrificazione nel medio-lungo periodo, si avvertono espliciti segnali di ostilità e discriminazione. Non è passato inosservato l'atteggiamento del Comune di Milano nella delibera di Giunta che traccia le linee di indirizzo per la rigenerazione urbana degli spazi nei quartieri della città secondo un modello di partnership pubblico-privato. Nell'esporre le regole per la concessione delle sponsorizzazioni si specifica il divieto di pubblicità diretta o collegata a brand automobilistici non coerenti con le policy di sostenibilità ambientale promosse dal Comune, così come alla produzione o distribuzione del tabacco, super alcolici, materiale pornografico, a sfondo sessuale, inerente armi. Un accostamento inaccettabile, che colloca l'automotive sullo stesso piano di comparti problematici da un punto di vista etico".

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