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Mobilità, giù fiducia imprese ma occupazione tiene

In occasione dell'ottantatreesima edizione della Fiera del Levante, Format Research ha presentato i dati relativi all'osservatorio sulla mobilità realizzato con cadenza semestrale per conto di Confcommercio Mobilità - Federmotorizzazione. L'analisi delle rilevazioni sul primo semestre 2019 evidenzia la mappa delle imprese della mobilità, che al 30 giugno sono 125.753, un valore che corrisponde al 3,5 per cento del totale delle aziende nazionali, con 436.901 addetti con contratto regolare. Un aspetto da non sottovalutare è che un'impresa su tre di riparazione o vendita di veicoli a due e quattro ruote ha sede nelle regioni del Mezzogiorno.

Rispetto al rilevamento precedente, lo studio registra una nuova flessione nel calo della fiducia delle imprese, con la prospettiva di un'ulteriore contrazione al 31 dicembre. Il valore è sceso al 32,5 per cento dal precedente 37, il dato più basso dal picco del 44,1 per cento emerso nel secondo semestre 2017. La scarsa fiducia generale influisce su quella della propria impresa, con un indicatore congiunturale che rimane sotto la soglia di espansione, un clima che è direttamente collegato alla contrazione delle immatricolazioni di veicoli a quattro ruote. Scendono i ricavi e non è prevista a breve un'inversione di tendenza, anche se un elemento positivo c'è e arriva dal fronte occupazionale, grazie alla stabilizzazione dei contratti già in essere. Sull'incertezza per il futuro influisce il processo di elettrificazione in atto, che sarà lungo, ma rappresenta un'opportunità per tutti. A questo proposito le imprese del settore dimostrano di essere disposte a investire sulla formazione, con il 44 per cento che auspica incentivi pubblici al fine di ottenere specifici programmi per formare tecnici e venditori. Il cambio di passo è necessario, se si considera che attualmente il 71 per cento delle aziende non dispone di tecnologie e di competenze per effettuare interventi di riparazione su veicoli elettrici. "In aggiunta al peggioramento dei dati economici generali - ha dichiarato Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione - il settore automotive sconta ancora una volta le scelte di contrasto alla motorizzazione diesel, per molte utenze insostituibile, che ha prodotto diminuzione di vendite, aumento della vetustà del parco automobilistico e quindi dell'inquinamento e del degrado della sicurezza. In Regione Lombardia finalmente si registra un approccio pragmatico con l'estensione degli incentivi alla rottamazione in base ai parametri di emissioni oggettive indipendentemente dalla alimentazione e quindi anche per acquisti di veicoli diesel. Ci auguriamo che ciò possa contribuire al superamento della situazione di difficoltà del settore". Dall'altra parte del mercato, vale a dire tra i consumatori, è in atto un cambiamento nel concetto di mobilità, con l'auto che non è più considerata uno status symbol, ma semplicemente un mezzo di trasporto per almeno un automobilista su tre.

All'interno di questo comparto, cresce l'attenzione all'aspetto green, che sale a quota 27 per cento, con una quota sensibilmente più alta se l'analisi è ristretta alle fasce più giovani di consumatori. Ma è in atto una rivoluzione anche in tema di proprietà e possesso del veicolo, nonostante a oggi oltre il 70 per cento delle vetture in circolazione sia stata acquistata, in contanti o con finanziamenti. E poco più del 7 per cento utilizza forme di mobilità di leasing, noleggio o di car sharing. Su questo tema la frattura generazionale è evidente, con due terzi degli italiani che continuano a ritenere necessario l'acquisto, ma con oltre la metà degli automobilisti appartenenti alla fascia della "generazione Z" (18-24 anni) e dei "millennials" (25-38 anni) convinti che sharing e noleggio siano le soluzioni per risolvere i problemi della mobilità.

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