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Nella villa di Mimì, la contessa Pecci Blunt

(ANSA) - CAPANNORI (LUCCA), 21 LUG - La contessa Anna Laetitia Pecci Blunt, detta Mimì, fu una donna raffinata e straordinaria, eclettica mecenate, amica di tantissimi personaggi del mondo della cultura del Novecento, artisti, letterati, musicisti come Gide, Cocteau, Claudel, Dalì, Moravia, Igor Stravinsky, Francis Poulenc, Rubinstein e tanti altri ancora. La sua vita è ora ripercorsa in una mostra ospitata alla Villa Reale di Marlia (Lucca), già dimora di campagna di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella che Napoleone, residenza estiva di Mimì che vi ha lasciato un archivio da lei creato, una sorta di "vera e propria autobiografia" con il suo atto di nascita, ritagli di giornale, foto, lettere, documenti, e dal quale sono state tratti appunti e immagini per l'esposizione. A promuovere la mostra Henric e Marina Grönberg, gli attuali proprietari della Villa di Marlia insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e all'associazione 'Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana'. 'Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio La vita, gli appunti e le immagini', il titolo della mostra, aperta fino al 17 dicembre, a cura di Roberta Martinelli, mentre le ricerche storiche e i testi sono di Simonetta Giurlani Pardini, il progetto di allestimento di Beatrice Speranza e il video ritratto di Giulia Vannucci. In esposizione, nella nuova ala della Palazzina dell'Orologio del complesso, documenti della vita di Mimì, come i suoi dischi, le sue riviste, la sua collezione etnografica e i cimeli appartenuti a Papa Leone XIII.
    E poi ancora, spiegano gli organizzatori, foto che la ritraggono anche con i suoi amici illustri, da Dalì a Cocteau a Moravia, ospiti a Marlia, o che raccontano le feste sontuose organizzate e anche di una sorta di giochi olimpici che si tenevano tutti gli anni nel complesso famoso anche per il suo parco. La mostra è promossa in occasione del centenario dell'acquisto da parte della famiglia Pecci Blunt della Villa Reale di Marlia: i Grönberg hanno voluto rendere omaggio a Mimì che convinse il marito Cecil ad acquistarla e la la riutilizzò, si spiega, "con lo stesso mecenatismo che aveva contraddistinto la politica di Elisa Baciocchi Bonaparte". (ANSA).
   

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