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Il sartoriale afro-atlantico di Wales Bonner

(di Beatrice Campani) (ANSA) - FIRENZE, 14 GIU - Strizza l'occhio alla storia dell'antica casata dei Medici il sartoriale dal tocco 'afro-atlantico' di Wales Bonner, marchio ospite dell'edizione 102 di Pitti Uomo, che porta in passerella a Palazzo Medici Riccardi le collezioni uomo e donna per la primavera-estate 2023. In tutto sono 36 looks, che sfilano nel cortile del Palazzo commissionato nel 1444 da Cosimo de' Medici, scelto dalla stilista Grace Wales Bonner dopo una lunga attività di scouting a Firenze. Una scelta non casuale, qui venivano accolte le delegazioni di tutto il mondo, divenne simbolo di incontro del mix di varie culture, lo stesso tema che la stilista vuol celebrare con lo show. Non solo, in questo palazzo visse Alessandro de' Medici, detto il Moro per la sua carnagione scura. Ecco che il ricordo di un membro di colore nella famiglia Medici si fa sentire fortemente negli elementi del guardaroba di Wales Bonner: camicie formali in sete semitrasparenti, silhouette sartoriali minimal, giacche in suede con le borchie.
    L'idea è quella di portare "l'ispirazione africana nel mondo del lusso", racconta Grace Wales Bonner. È una celebrazione dell'artigianato, esibito attraverso abiti in macramè con perline e gioielli artigianali, cristallo di rocca e perle di vetro riciclate prodotte in Ghana.
    Sfilano maglie tinte a mano e cotoni intrecciati realizzati in Burkina Faso insieme a cappotti realizzati con disegni jacquard di seta sviluppati appositamente a Parigi. Insomma la stilista anglo-giamaicana vuole celebrare le tradizioni manifatturiere di tutti i continenti. La collezione, racconta, è prodotta per la maggior parte in Italia anche se ci sono molte collaborazioni con artigiani locali, quindi alcuni dettagli sono realizzati in Spagna e Portogallo. Ai piedi sabot di pelle zebrata o sandali in pelle di serpente, sono le nuove calzature che debuttano nella linea. Di grande impatto l'allestimento: la stilista infatti ha voluto collaborare con l'artista ghanese Ibrahim Mahama che utilizza la trasformazione dei materiali per esplorare i temi delle merci, della migrazione, della globalizzazione e dello scambio economico. Mahama ha coperto il pavimento e le mura degli spazi dello show con sacchi di juta usati per trasportare il caffè. Stesso approccio anche per la colonna sonora dello show: la direzione musicale è sviluppata dal compositore James William Blades, e include un'installazione sonora che ricorda la piazza di un mercato all'interno del giardino del Palazzo. (ANSA).
   

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