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Melissa Leo, le mie donne lontane dagli stereotipi

 Mente criminale, madre, galeotta, malata terminale che fa di tutto per non morire in prigione. E' il potente e struggente personaggio di Melissa Leo, premio Oscar per The Fighter, nel noir famigliare con toni da western di John Swab, "Ida Red", con Josh Hartnett e Frank Grillo, presentato in anteprima mondiale al Locarno Film Festival. Una storia che rende omaggio ai grandi noir degli anni '70, come sottolinea Swab, raccontando l'incrocio di crimini, amore materno e filiale, segreti che legano la famiglia Walker. Wyatt (Hartnett), insieme allo zio Dallas (Grillo), tanto freddo come killer quanto affettuoso in famiglia, dietro l'attività legale di un'autosalone in Oklahoma, porta avanti la vera professione dei Walker, furti e rapine. L'obiettivo principale, però, per loro diventa far uscire di prigione Ida, per permetterle di morire in libertà. Tra minacce, rapimenti e piani destinati a finire in un bagno di sangue, Wyatt sarà costretto a scelte definitive. Nello straordinario cast, fra gli altri, anche William Forsythe, Deborah Ann Woll, Mark Boone Junior, Sofia Hublitz, Beau Knapp.
"Sono madre di un figlio, e Ida per me è principalmente una mamma - spiega all'ANSA Melissa Leo, attrice che ama scegliere ruoli complessi e lontani dai tappeti rossi hollywoodiani -. Con la sua famiglia continua sulla via che hanno sempre utilizzato per sopravvivere. Sono così fiera di essere parte di un film come questo perché la realtà negli Stati Uniti oggi non è quella che vediamo generalmente. C'è molta povertà e sono tante le persone che faticano a portare avanti la giornata. Ida come una mamma orsa lotta per sopravvivere". Ci sono interpreti che preferiscono tenersi lontano dal racconto di queste realtà "perché molte attrici sono molto manipolate per essere solo un certo tipo di donna, per mostrare un certo modello che 'vende'.
Mia madre invece mi ha cresciuta senza dare nessuna importanza alla vanità. E' ciò che mi aiuta come attrice. Anche quando faccio un personaggio di un certo ceto, non baso mai tutto sul modo in cui mi presento, perché non mi interessa esplorare quel lato del femminile e sono una donna da oltre 60 anni". Questa è "una scelta che mi crea problemi a volte nel mio percorso nel cinema. Ed è per questo che amo lavorare con registi come John (che l'ha già diretta in Body Brokers), autori che non chiedono che le donne rispondano a degli stereotipi. Questo è uno di quei ritratti di donna di cui c'è bisogno. Ogni volta che un'attrice costruisce un personaggio puntando su un reggiseno push up o solo sull'apparenza, rende più difficile rappresentare le donne reali". La cosa che "amo di più è interpretare un personaggio come questo, che mi faccia sentire soddisfatta di chi sono come attrice".
Tra i nuovi film di Melissa Leo c'è "Jane" di Melissa Jaglom, un'altra storia al femminile su una studentessa (Madeleine Petsch) che perde il controllo quando affronta il lutto e i suoi sogni iniziano a non realizzarsi". Le riprese sono state da poco fermate per due casi di covid sul set: "Non lo sapevo, avevo già finito di girare, non so bene cosa sia successo - commenta l'attrice premio Oscar - In questi mesi di emergenza perla pandemia, il problema più grande, nel lavorare sono spesso gli attori. Alcuni di noi dimenticano che poterci togliere le mascherine mentre giriamo è un privilegio. Quando non si è in scena, è necessario continuare a proteggerci e proteggere chi lavora con noi". Per lei "dobbiamo trovare un nuovo modo di comportarci, non possiamo semplicemente tornare a quello che facevamo prima. Forse sarà un po' scomodo, ma io sono molto più a disagio quando si impone un privilegio".
   

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