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Riforma del Patto di stabilità: si lavora alle percentuali per il calo di debito e deficit

BRUXELLES - Continua il confronto tra i 27 sulla revisione del Patto di stabilità Ue. La discussione "resta su calibrazione, estensione e sulla soglia del conto di controllo", spiega all'ANSA una fonte a conoscenza della trattativa. Al momento la forchetta ipotetica per la riduzione del debito nell'arco dei 4 anni successivi all'aggiustamento è tra l'1% e 1,5% del Pil, da quanto trapela. Per la salvaguardia del deficit si negozia invece se l'obiettivo finale sia un disavanzo al 2% o all'1%. Un incontro di preparazione dell'Ecofin dovrebbe tenersi all'inizio della prossima settimana.

Il confronto sui parametri di riduzione del debito e del deficit al momento riguarda soprattutto i vertici dei ministeri economici degli Stati Ue, in attesa che il negoziato torni ai massimi livelli politici, all'Ecofin straordinario del 7 dicembre e dopo i contatti bilaterali che si stanno moltiplicando anche in questi giorni.

Rispetto all'aggiustamento va ricordato che al momento nella riforma si prevede che gli Stati con un disavanzo oltre il 3% del Pil garantiscano un aggiustamento primario strutturale annuale minimo di almeno 0,5 punti percentuali del Pil e fino alla correzione del deficit eccessivo. Il tema della salvaguardia sul deficit, fortemente voluto dai Paesi frugali, Germania in testa, è invece quello di prevedere che una volta che uno Stato membro raggiunge una posizione che pone il debito su un percorso plausibilmente discendente o rimane a livelli prudenti in assenza di ulteriori misure di bilancio, dovrebbe garantire un margine di sicurezza comune al di sotto della soglia del 3% del Pil per il disavanzo.

Nel lavoro di revisione del Patto di stabilità, intanto, i super tecnici delle missioni diplomatiche degli Stati membri hanno già iniziato l'esame della proposta legislativa della presidenza di turno spagnola dell'Ue sul braccio preventivo (la proposta di revisione del regolamento 1466/97), arrivata solo questa settimana. Questo avverrà dopo aver già affrontato molto del lavoro legislativo relativo alla proposta di revisione della direttiva del 2011 coinvolta (la 2011/85) e del regolamento sul braccio correttivo (1467/97).

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