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Nadal si ritira da Wimbledon: troppo dolore. Storica finale per la tunisina Jabeur

La prima volta di Ons Jabeur è a Wimbledon. La tennista che si dice «fiera di essere tunisina» e non ha paura delle critiche degli integralisti per la sua minigonna si qualifica alla finale del torneo più antico e prestigioso del mondo e per qualche ora ruba la scena dell’All England perfino a Rafa Nadal, costretto poi in serata a ritirarsi dal torneo alla vigilia della semifinale contro Nick Kyrgios che approda in finale : «Ho uno strappo addominale - spiega lo spagnolo in una conferenza stampa convocata in serata - non posso continuare a giocare con questo dolore. Sono molto triste».
«Ieri ho sofferto, mi sono accordo che qualcosa non andava bene - ha spiegato Nadal - Ci ho pensato tanto, ma non ha senso continuare a giocare. L’ho fatto tante volte in carriera, ma se continuassi a giocare il mio infortunio peggiorerebbe. Sono molto triste. Penso che starò fuori 3-4 settimane, questo è il tempo di recupero per questi infortuni. Ho avuto problemi addominali per una settimana, ma sono riuscito a controllarlo. Ieri è diventato molto doloroso».

In attesa di metabolizzare il ritiro di Nadal, che dopo Us Open e Roland Garros vede sfumare la possibilità di ripetersi a Wimbledon, la certezza è che nel tabellone c’è una giocatrice di 27 anni nata in una piccola città vicino Monastir, Ksar Hellal, che si è rivelata più forte della tradizione. In semifinale ha battuto la tedesca Tatjana Maria in tre set (6-2 3-6 6-1) e un’ora e quaranta di gioco, guadagnandosi il diritto a tornare sul Centrale, sabato. Non prima di avere abbracciato la rivale -amica, «compagna di barbecue e modello di vita, con i suoi due figli e la capacità di competere così in alto». Mai un torneo Slam aveva avuto una finalista di un paese arabo e africano. «Sono fiera di essere tunisina, e so che a casa in questo momento tutti i miei connazionali staranno impazzendo...Ma mi resta una partita ancora da giocare», il commento a caldo di Jabeur, direttamente dall’erba del centrale.

Il suo ranking Wta (è numero 2 dietro la polacca Swiatek) la rende anche favorita per il titolo. In finale incontrerà la russa di passaporto kazako Elena Rybakyna, che ha superato in due set (6.3 6-3) la Halep. Un successo dell’’inarrestabile (OnsStoppablè, come l’anno ribattezzata i suoi tifosi) Jabeur sarebbe ancora più storico, e il coronamento di un percorso cominciato quando Ons scelse il tennis a discapito del calcio, che pure le piaceva praticare. Ora la allena il tunisino Issam Jalleli, già giocatore di Davis, e la segue il marito Karim Kamoun in veste di preparatore atletico: una coppia più forte anche degli attacchi degli estremisti che nel 2011, a cavallo della primavera araba e del cambio politico, la accusarono di non rispettare i dettami islamici vestendo in campo il gonnellino. Il padre, islamico, la difese: «I miei genitori hanno avuto un ruolo essenziale, e il loro supporto è importante ancora oggi», ha poi raccontato. D’altra parte, la federtennis di Tunisi è guidata da anni da una donna, Saman Mouelhi, ben felice che sull’onda della Jabeur i circoli tennis siano raddoppiati, spuntando anche in zone poco sportivamente attive del paese.
Il segreto di Jabeur, «ragazza gentile e determinata» come ricorda Mouelhi, è stato guardare avanti e migliorare torneo dopo torneo il suo tennis aggressivo e dinamico. D’altra parte, la vittoria del Roland Garros junior proprio nel 2011 avevano segnalato ai tecnici che si trattava di una predestinata. Nel 2019 la svolta: arriva al terzo turno degli Us Open, ma capisce che può salire più in alto aumentando intensità di allenamenti e di gioco. Fino alla vittoria del torneo di Berlino, due settimane fa, e l’imbattibilità sull’erba nel 2022.

«E’ un sogno che corona un percorso di grande sacrificio - ha detto Jabeur - Ora però Tatjana dovrà offrirmi un altro barbecue, per tutte le corse che mi costretto a fare su questo campo..». In realtà la partita non è stata quasi mai in forse. Primo break della tunisina per il 3-1, poi di nuovo servizio strappata a Maria per il 6-3 finale. Un calo a inizio del secondo set è costato il break subito, ma dopo aver lasciato spazio con il 4-6 finale Jabeur ha dominato il set decisivo: partenza forte e 3 game a 0, poi altro break fino al 6-1 della vittoria. . Dominando, Jabeur ha preso ancora una volta il servizio avversario e ha vinto tranquillamente il set. Nel secondo set è Maria a fare il break per 3-1. Il tedesco ha segnato il primo set point sul 5-2 sul servizio di Jabeur, ma il tunisino è scappato costringendo Maria al servizio per il pareggio. Cosa ha fatto approfittando del 17° errore non forzato di Jabeur in questo singolo round. Il set decisivo è a senso unico: Jabeur si porta subito in vantaggio per 3-0 e, nel quarto game, tenendo duro, Maria offre all’avversaria un doppio break su uno smash che sembrava senza difficoltà ma che manda nel telone.

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