Il 1° luglio 1961 nasceva Diana Spencer.
Londra si prepara a ricordare la "principessa del popolo", morta il 31 agosto del 1997 a 36 anni, vittima di un incidente automobilistico sotto il tunnel del Pont de l'Alma a Parigi, insieme con il suo compagno Dodi Al-Fayed.
La loro Mercedes, guidata dall'autista Henri Paul, si infranse contro il 13esimo pilastro della galleria. La sera prima, Diana e Dodi partirono dall'Hôtel Ritz di Parigi, in Place Vendôme, sulla loro Mercedes w140, seguendo la riva destra della Senna per raggiungere l'appartamento privato di lui. Poco dopo mezzanotte imboccarono la galleria de l'Alma, seguiti da fotografi e da un cronista.
Nello schianto, Dodi Al-Fayed e l'autista Henri Paul morirono sul colpo. Trevor Rees-Jones, guardia del corpo di Dodi, seduto sul sedile anteriore e il solo ad avere la cintura di sicurezza allacciata, rimase gravemente ferito ma sopravvisse.
Diana, liberata dal groviglio di lamiere, ancora viva e dopo i primi soccorsi prestati dal dottor Maillez, per caso sul posto, venne trasportata da un'ambulanza all'ospedale Pitié-Salpêtrière. A causa delle gravi lesioni interne, venne dichiarata morta due ore più tardi.
Ad oggi le cause dell'incidente non furono mai del tutto chiarite, tanto che per molto tempo si è parlato di complotti, verità nascoste e della possibilità che Diana possa esser stata vittima di un assassinio organizzato dai servizi segreti britannici.
Per l'occasione, oggi sarà inaugurata una statua nel giardino di Kensington Palace, circondata dai fiori che amava, e un rendez-vous fra i suoi due figli dopo mesi di tensioni che sono tornati a lacerare la famiglia reale britannica.
Ancora oggi, lady D resta una figura indimenticata nella memoria collettiva di molti e nel mito dei tabloid: inclusi quelli che da viva in qualche modo la perseguitarono. La commemorazione sarà suggellata dalla cerimonia di scopertura del monumento voluto in suo onore dai principi William e Harry, commissionato fin dal 2017 e affidato poi da un comitato animato anche dalla sorella della defunta Sarah e da alcune delle sue amiche più care come Julia Samuel, madrina di battesimo del principino George, all'opera dello scultore Ian Rank-Broadley e del designer di architetture da giardino Pip Morrison. Cerimonia in cui tutti gli occhi sono destinati a concentrarsi sulla presenza ravvicinata dei due figli, William e Harry, duca di Cambridge e duca di Sussex, al primo faccia a faccia dopo quello fugace dell'aprile scorso in coda al funerale del nonno, il principe consorte Filippo; e dopo i mesi di fibrillazioni innescati dallo strappo dalla Royal Family del secondogenito, caratterialmente il più simile alla madre.
Un incontro da cui non ci si aspetta chissà quale svolta rispetto al trasferimento di Harry e di sua moglie Meghan negli Usa o alle recriminazioni rivolte dai Sussex verso la dinastia fino all'ombra dei sospetti di razzismo, con successivi veleni incrociati. Ma che potrebbe segnare almeno un momento di tregua, di attenuazione dell'apparente spaccatura consumatasi in questi mesi fra i due fratelli un tempo inseparabili. Fonti della corte hanno fatto sapere che l'evento è stato "ridimensionato" a causa delle perduranti cautele legate all'emergenza Covid, specialmente dopo il rimbalzo dei contagi alimentato nel Regno dalla variante Delta. Scontata l'assenza di Meghan Markle, rimasta in California per accudire il piccolo Archie e la neonata Lilibet, resta incerta quella di Kate Middleton, consorte di William. Mentre non mancherà una rappresentanza significativa degli Spencer, il casato di Lady D. E non si faranno invece vedere, come largamente previsto per ragioni di opportunità - oltre che per impegni istituzionali previsti ad orologeria in Scozia fino a tutta la giornata di domani - sia la 95enne regina Elisabetta, sia il suo primogenito e successore alla corona Carlo con la seconda moglie Camilla.
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