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Pamela Petrarolo torna alla musica e ricorda "Non è la Rai": mi ha aiutato a crescere

Era uno dei volti, e soprattutto delle voci di 'Non è la Rai'. Ventitré anni dopo, Pamela Petrarolo vuole riprendere da dove aveva lasciato e mostrare la sua crescita con 'A metà'. Nell’album, in uscita oggi, la cantante reinterpreta alcuni brani già incisi e propone l'inedito che dà il titolo e un significato al progetto, 'Vivere
a metà'.

«Ho aspettato perché mi sono dedicata molto di più alla televisione, ma la passione della musica restava e il desiderio di un terzo album ce l’avevo: però volevo qualcosa che fosse giusto per me in un’età più matura - racconta Petrarolo -. Negli anni ho avuto proposte interessanti però non nel mio genere: con questo album ho voluto rispondere alla richiesta di tanti miei fan di rivisitare i miei successi, ma anche aggiungere un brano che secondo me rende alla perfezione il mio percorso sia privato che personale, il mio cambiamento».

Un cambiamento rispecchiato dall’artwork, che mescola il look attuale con l’iconica frangetta di Pamela, e dall’andatura di 'A metà':

«Nella voce c'è un crescendo: prima canta la parte più fragile di me e poi quella più combattiva e consapevole. Questo volevo raccontare».

Restano le ispirazioni soul di sempre: «Nasco come cantante R&B grazie alla collocazione che Gianni Boncompagni trovò per me. Ricordo ancora quando preparavo le canzoni di Aretha Franklin, mentre i miei coetanei ascoltavano
solo Madonna! Gianni mi diceva: 'Se ti chiedono cosa ascolti, rispondi che capiranno solo quando saranno grandi'».

Pescando dagli album degli anni '90, la tracklist propone nuove versioni di 'Respect' o una pianistica 'Io non vivo senza te', riletture electropop degli originali 'Niente di importante' o 'Difendimi', e ancora altre cover come 'La pelle nera' o 'Please Don't Go', che giocano tra jazz, quiet storm e pop acustico.

«Per me è stato come reincidere per la prima volta, ma con una consapevolezza maggiore. A 16 anni non ti rendi conto della fortuna che ti sta capitando: chi se lo aspettava di fare un album tutto mio? E poi vendere 35mila copie con un disco, numeri che oggi sembrano impossibili. Trovo però quei testi ancora attualissimi».

Nessuna facile nostalgia, insomma: «Anche se dovessi vincere un Oscar verrei sempre riconosciuta come quella di Non è la Rai! Volevo però dimostrare che continuo con la musica: per questo sono felice quando mi dicono che la mia voce è maturata insieme a me».

Mentre sogna di duettare con Tiziano Ferro o recitare con Carlo Verdone e progetta alcune date per il 2019, il pensiero del passato è comunque tutt'altro che amaro per lei:

«Sono letteralmente diventata maggiorenne in quegli studi, quei quattro anni mi hanno aiutata a crescere. Il fatto che sia ancora un programma di culto dimostra il genio di Gianni. Siamo stati esempi per le ragazzine di quegli anni, ma me ne sono resa conto davvero solo molto tempo dopo, e me ne rendo conto ancora oggi: è incredibile cosa giri sui social, filmati e foto mai viste, addirittura i miei fotoromanzi usciti su Cioè!».

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