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Al Festival arriva il ciclone Mika
e la performance diventa un musical

SANREMO. Mika ha trasformato il suo passaggio all'Ariston in uno spettacolare quadro di un musical, concluso da un omaggio a George Michael, il suo idolo.

In apertura un dialogo con l'orchestra che risponde con frasi musicali, un'ottima idea autorale, per dire che qualunque tipo di musica è bello e che «la musica cambia i colori della mia anima e se qualcuno pensa che un colore è meglio di un altro e che un arcobaleno è pericoloso perchè rappresenta tutti i colori del mondo, beh peggio per lui, lo lasciamo senza musica».

Poi, suonando il pianoforte, si lancia in un medely formato in complesse versioni orchestrali di «Grace Killy», «Good Guys», con coro e «Boum boum boum».

Finale con un'intensa «Jesus to a child».

Prima Carlo Conti aveva regalato alle fan in platea il fazzoletto con cui si era asciugato il sudore Mika.

«La musica fa cambiare il colore della mia anima. Posso essere bianco, blu, violetto... tutto. È molto bello essere di tutti i colori. E se qualcuno non vuole accettare tutti i colori del mondo - ha detto Mika - e pensa che un colore è migliore e deve avere più diritti di un altro o che un arcobaleno è pericoloso perchè rappresenta tutti i colori.. Beh, peggio per lui. Sinceramente, questo qualcuno lo lasciamo senza musica».

Ha esordito così Mika, nella sua partecipazione da superospite («italiano», ha tenuto a precisare) al Festival di Sanremo.

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