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Tiziano Ferro: adesso soffro meno la "sanremite"

SANREMO. Al Festival gira una malattia contagiosa che fa vittime illustri: la 'sanremite'. A diagnosticarla - perchè dice di esserne già stato colpito in passato - è Tiziano Ferro, superospite della prima serata del festival di Sanremo targato Carlo Conti.

«La sanremite è quella malattia che riduce qualunque performer allo stato vegetale, rendendo vano ogni tentativo di controllo di voce e corpo - scherza il cantautore, raggiunto al telefono -. Rispetto al 2006 e al 2007 (i due anni in cui era già stato ospite, ndr), stavolta l'ho presa in forma più lieve. L'anagrafe e il mestiere fanno il suo corso. Niente budella attorcigliate, niente countdown fino al momento di salire sul palco».

Un «nervosismo corrosivo» lo definisce il cantautore di Latina che «non si prova neanche al Madison Square Garden o allo Stadio di Wembley, anche se lì non ci sono mai stato!». Wembley no, ma l'Olimpico di Roma o San Siro a Milano stanno diventando una realtà con il primo tour negli stadi italiani al via il 20 giugno da Torino e che dopo il raddoppio di Milano (4 e 5 luglio) fa il bis anche a Roma (26 e 27 giugno), per un totale di otto concerti, con una scaletta «killer», nella quale ci saranno tutti i singoli estratti dagli album, «a prova di lamentela». «Chi l'avrebbe mai immaginato. Finalmente il pop conquista lo spazio che merita. È una crociata che porto avanti dall'inizio della carriera. E con me anche Jovanotti: è una conquista essere entrambi impegnati con un tour negli stadi. Mi sento orgogliosamente pop».

Eppure a far più paura rimane sempre il piccolo teatro sanremese. «Lo stadio è diverso. Lì c'è una culla di persone che scelgono di stare con te e la musica precede l'impatto visivo. Sanremo invece è la somma di tutto quello che si sogna da piccoli. E poi - ammette Ferro - non ho le caratteristiche emotive per andare in gara. Non mi piace che una canzone venga ascoltata per la prima volta, in balia degli umori miei e del pubblico. E poi continuo a non avere un buon rapporto con la tv, ancora non pronta a fare musica dal vivo. Non c'è chimica con chi ti ascolta. Io vengo dalla radio, il successo di Perdono arrivò senza che neanche si vedesse la mia faccia».

Ferro ha comunque accettato l'invito di Conti, in un festival tornato alla tradizione dopo la sperimentazione Fazio. «Sarò sul palco per una decina di minuti, canterò un paio di pezzi. Niente cose strane, sarò me stesso. Carlo ha invitato Tiziano e quindi sarò Tiziano. E mi piace il festival tradizionalista: quando si è provato a cambiare le cose non sono andate tanto bene». In attesa di sentire Raf, Chiara («sta crescendo bene»), Nina Zilli («una tosta che mancava nel panorama musicale italiano») e Nesli («un amico»), non si stupisce della presenza di Platinette in gara e di Conchita Wurst tra gli ospiti.

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