Tre mesi di attesa, mai così tanto. Alla fine, al passaggio di consegne di Paolo Gentiloni al nuovo premier Giuseppe Conte, arriva in ritardo anche la campanella.
Il tradizionale rito, cui assistono in prima fila i vicepremier e azionisti della maggioranza Luigi Di Maio e Matteo Salvini, avviene nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi.
Il presidente del Consiglio uscente e il nuovo premier si scambiano calorose strette di mano, battute, sorrisi, auguri. Il professore Conte, debuttante assoluto della politica, accenna anche un occhiolino al 'conte' Gentiloni. Ma a sciogliere il clima è un inatteso fuoriprogramma: «Manca l’oggetto...», si guarda attorno divertito Gentiloni. La campanella con cui il presidente apre i Consigli dei ministri deve passare di mano per completare il rito di passaggio. Trascorre qualche secondo imbarazzato, poi viene consegnata a Gentiloni, che sorridendo la prova: «Funziona».
Poi il passaggio a Conte, che a sua volta scampanella. L’ambiente è sereno, niente a che vedere col gelido passaggio da Enrico Letta a Matteo Renzi, ma neanche con la commossa staffetta tra quest’ultimo e Gentiloni.
L’avvicendamento tra Dem e giallo-verdi avviene all’insegna del fairplay. Stretta di mano, foto di rito con i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, l’uscente Maria Elena Boschi e il suo successore Giancarlo Giorgetti, vestiti entrambi in blu ("Più vicini!», chiedono i fotografi). «Un ringraziamento a Gentiloni, ora al lavoro per il Paese», twitta Conte.
In un colloquio di venti minuti Gentiloni consegna al successore un dossier, preparato con la Boschi, di 33 pagine con le cose fatte e le priorità che si troverà ad affrontare. Poi stringe la mano a Di Maio e Salvini, bacia sulle guance Boschi e, accompagnato da un caloroso applauso dei dipendenti affacciati al cortile, tra la commozione dello staff, lascia Palazzo Chigi in auto, con la moglie Emanuela Mauro.
Negli stessi minuti, Conte familiarizza con le stanze della presidenza.
Nella sala dei Galeoni, sorridente, invita Di Maio, Salvini e Giorgetti, ad affiancarlo per la prima foto di rito. Poi 'scampanellà l’inizio del suo primo Cdm, con al tavolo ministri emozionati e sorridenti. Siedono accanto, il premier e i suoi vice, leader di M5s e Lega. Conte li nomina vicepremier, poi assegna le deleghe ai ministri senza portafoglio e dispone lo stato d’emergenza per due comuni in provincia di Sondrio. Ma il Cdm lo apre con un ringraziamento a Sergio Mattarella.
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