ROMA. E' un Governo quasi-fotocopia dell'esecutivo Renzi, quello guidato da Paolo Gentiloni. Infatti sono 12 i ministri confermati nel proprio ruolo, uno (Angelino Alfano) cambia solo dicastero, mentre due nuovi facevano comunque parte dell'esecutivo Renzi come sottosegretari.
Le novità sono due, Anna Finocchiaro e Valeria Fedeli, oltre al dicastero per il Mezzogiorno, richiesto da molti al Sud. Nel governo Gentiloni non c'è più il ministro per le Riforme, ruolo in precedenza ricoperto da Maria Elena Boschi che aveva anche la delega ai rapporti con il Parlamento: ora affidata a Anna Finocchiaro, finora presidente della Commissione affari costituzionali del Senato.
Altro cambio al femminile è alla Pubblica Istruzione, dove Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, subentra a Stefani Giannini. Fedeli, ex sindacalista della Cgil, sposta un po' a sinistra il baricentro del governo. Cambia di casella invece Angelino Alfano, che dal Viminale passa alla Farnesina.
All'Interno viene "promosso" Marco Minniti, finora sottosegretario alla presidenza con delega per i Servizi che ora torna nelle mani del premier. E' invece nuovo il dicastero senza portafoglio affidato a Claudio De Vincenti, che lascia a Boschi la poltrona di sottosegretario alla Presidenza: sarà ministro per il Mezzogiorno e la Coesione Territoriale, recuperando così l'esperienza che fu di Fabrizio Barca con il governo di Mario Monti.
Un altro dicastero, quello allo Sport, viene scorporato dal ministero per i Beni Culturali e affidato a Luca Lotti, che era sottosegretario con delega all'editoria nell'esecutivo di Renzi: delega che comunque mantiene insieme a quella sul Cipe. Tutti gli altri ministri sono confermati nei rispettivi incarichi: Marianna Madia, Enrico Costa, Andrea Orlando, Roberta Pinotti, Pier Carlo Padoan, Carlo Calenda, Maurizio Martina, Gianluca Galletti, Graziano Delrio, Beatrice Lorenzin, Dario Franceschini, Giuliano Poletti.
Guardando il genere, ci sono cinque ministre e 13 ministri, più lo stesso Gentiloni. Tuttavia il governo è più "rosa" rispetto all'ultimo Renzi, perché alle ministre va aggiunta Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla Presidenza, che parteciperà al Consiglio dei ministri.
E' la prima volta che una donna assume questo incarico paragonato a quello di Richelieu, e in passato ricoperto a uomini ombra-tessitori: da Gianni Letta con Berlusconi a Enrico De Micheli con Prodi. Le cinque ministre guidano tutte dicasteri "pesanti": (Pubblica Amministrazione, Difesa, Salute, Istruzione e Rapporti con il Parlamento). La geografia politica non varia molto. Quattro i ministri di Ap (Alfano, Costa, Lorenzin e Galeltti), undici del Pd (compreso il Primo Ministro), e quattro non parlamentari ma comunque di area Pd (Padoan, Calenda, Poletti e De Vincenti).
Per quanto riguarda i Dem sono confermati i capi-corrente che costituiscono la maggioranza interna al partito, e cioè Andrea Orlando (giovani turchi), Dario Franceschini (Area Dem) e Maurizio Martina (Sinistra e cambiamento); per i renziani presenti Luca Lotti e Maria Elena Boschi (come sottosegretario alla Presidenza), i più vicini all'ex premier, e Graziano Delrio.
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