LOS ANGELES. Talent show come Amici creano un'infinito numero di celebrità-meteora, il cui successo finisce ben presto, spesso con la fine del programma. Alcuni però riescono a costruire una carriera meno effimera. Altri diventano star.
È il caso di Alessio Bernabei che con i Dear Jack tre anni fa aveva vinto il premio della critica giornalistica ad Amici e che l'anno scorso ha deciso di lasciare la band per intraprendere la carriera da solista che lo ha portato prima a Sanremo e ora a Hollywood. Il ventiquattrenne di Tarquinia è in questi giorni nella città degli Angeli per presentare alla stampa il suo prossimo progetto, che ha a che fare con la musica ma anche con il cinema. Bernabei infatti interpreterà Branch nel musical di animazione Trolls, che arriverà nelle sale a ottobre. Nella versione americana Branch ha la voce di Justin Timberlake e i due si sono incontrati per le prime interviste di rito.
«Ho fatto ridere Justin Timberlake - racconta con orgoglio Alessio - gli ho detto che ho il ciuffo dei Trolls, mi ha detto che dovrei farlo crescere di più». Oltre ad una certa somiglianza fisica hanno davvero qualcosa in comune il cantante di Memphis e il giovane cantautore italiano. Entrambi hanno un passato da boy-band ed entrambi hanno deciso piuttosto presto in carriera di lasciare la band per rincorrere i loro sogni artistici da solisti: «Se penso a una figura di riferimento per la mia carriera penso proprio a Justin Timberlake», ci dice.
Per Alessio si tratta della prima volta negli States: «Ho così esaudito uno dei miei più grandi sogni, venire negli Stati Uniti e venire proprio a Los Angeles. Sono cresciuto con Shrek, con Madagascar e con gli altri film di animazione degli anni Novanta». Nel dirlo mostra i suoi tatuaggi. Sull'avambraccio sinistro una mongolfiera che al posto del cestino ha una videocassetta VHS. «Queste cassette fanno parte della mia infanzia». Sul polso destro ha invece tatuato il viso tondo di Jack Skellington, il personaggio di Nightmare before Christmas disegnato da Tim Burton.
«È il mio regista preferito», dice e fa intendere che una carriera da attore gli piacerebbe eccome, «Mi piace pensare di essere un artista a 360 gradi, come quelli di una volta, Gene Kelly, Frank Sinatra, che sapevano recitare, cantare e ballare. Per la verità io ballare non so, faccio proprio un pò schifo, però un giorno prenderò lezioni». È una forza di volontà di ferro a muovere questo ragazzo della provincia italiana, dal ciuffo imponente e dai lobi decorati da bottoncini neri. «Quando i miei amici andavano in discoteca io restavo a casa a lavorare ai miei pezzi, a fare canzoni, a scrivere. Ho imparato a suonare la chitarra da solo, sono autodidatta. Ho iniziato con il clarinetto alle medie, poi ho suonato nella banda del mio paese a Tarquinia e poi è arrivata l'esperienza di Amici».
Secondo Bernabei i talent show hanno preso il posto dei discografici nel ruolo di scopritori di talenti «Una volta venivano a sentirti nei locali e poi ti proponevano un contratto, ora non funziona più così, la musica adesso si ascolta al computer, si vede su YouTube, sui social. È cambiato il modo di farsi conoscere, ora c'è il web o i talent show che ti sparano in tv. Il rischio è quello di bruciare le tappe per poi passare di moda quando il pubblico inizierà a seguire l'artista della nuova stagione».
Ma i veri talenti emergono sempre, «Basta ricominciare dal basso e poi salire piano piano». Alessio però è già famoso. «Amici e Sanremo sono visti da mezza Italia. Ho incontrato dei fan anche qui a Los Angeles, italiani in vacanza che mi hanno chiesto l'autografo». Ora inizierà una tournèe. «Appena torno in Italia sarò al Coca Cola Summer Festival e poi inizierò il tour, dalla Sicilia, poi girerò il paese. Voglio raggiungere tutti i miei fan». Intanto li raggiunge su internet, «Il mio video ha fatto 11 milioni di visualizzazioni. Qui magari non sono molti ma in Italia certamente sì». Musicisti 2.0
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