ROMA. Se le sono dette di santa ragione Giancarlo Magalli e Adriana Volpe, protagonisti di un duro scontro via web.
Dal 2009, conducono insieme "I fatti vostri" su Raidue, ma - stando allo scambio di accuse - pare che tra i due non scorra buon sangue.
Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, Giancarlo Magalli, in una lunga intervista a TvBlog, aveva attaccato la Volpe dichiarando:
"Non l'ammazzerei, per carità: ci lavoro, la sopporto, ma alcune sue prerogative non mi rendono contento. Non ci posso far niente. Ho avuto tante partner nella mia carriera, sono sempre andato d'accordo con tutte. Le uniche tre con cui non sono andato d'accordo sono la Falchi, la Parisi e la Volpe ma per motivi diversi. La Parisi era capricciosa, arrivava tardi e faceva come le pare; ho sempre detto, però, che quando lavorava era di una bravura che le si perdonava tutto. Alle altre due, ecco, manca quest'ultimo aspetto".
Come previsto, è arrivata puntuale la replica della conduttrice che su Facebook ha risposto:
"Non so perché Giancarlo sia stato così offensivo, ma non si può sempre gettare fango sulle persone, e se mette in discussione la mia professionalità allora reagisco. Sono laureata e lui no, - scrive - sono entrata nell'ordine dei giornalisti pubblicisti nel 2004 e lui no ma Giancarlo dovrebbe stare sereno, ha fatto la storia della televisione, dovrebbe essere meno critico e più costruttivo, nella posizione in cui è dovrebbe cercare di costruire nuove carriere invece di cercare di distruggerle. Non fa una bella figura perché sembra quasi che voglia ostinatamente salvaguardare il suo posto, essendo in pensione da anni, da possibili sostituzioni con professionisti più giovani. Ma non deve temere perché è il migliore nel suo campo. Concludo solo dicendo: SOS cercasi mecenate che possa dare una possibilità ai giovani e tu Giancarlo nella tua posizione puoi fare molto".
Chiara a tutti la tensione a "I fatti vostri", Magalli ha poi contro replicato dicendo:
"Sono tranquillissimo. Ci sono sicuramente giovani bravi che prenderanno prima o poi il mio posto, ma non riesco ad annoverare tra questi anche Adriana che, guarda caso, lavora da vent'anni grazie alla stima di un'unica persona. Vent'anni, sì, perché anche lei non è proprio una bimba. E comunque non mi pare di avere offeso nessuno. Dov'è l'offesa? Nel dire che lavorare con lei non mi piace? Io la chiamo sincerità, ma chi non ci è abituato può non gradire, lo capisco".
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