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Vi racconto come sono diventata Conchita Wurst

BERLINO. Non capita spesso di poter scoprire come maturi il desiderio di un uomo di diventare donna, e l'idea di presentarsi al mondo, poi, comunque con la barba. Conchita Wurst, la star austriaca lanciata dall'Eurovision Song Contest, sta affrontando un tour particolare in questi giorni: quello in cui, all'età di soli 26 anni, questa modernissima icona della tolleranza presenta al pubblico la sua autobiografia. "Io, Conchita. We are unstoppable". L'edizione italiana uscirà, edita da Mondadori-Electa, il 26 maggio. A Berlino, poi a Vienna, la cantante, che ha portato il suo messaggio sulla tolleranza anche al segretario generale dell'Onu, propone ai suoi fan un testo in cui racconta cronologicamente la storia di Tom Neuwirth, il ragazzo che "proveniva dalla provincia più profonda", e del suo percorso verso un outing che gli ha reso possibile essere ciò che era.

La diva nata 4 anni fa e adesso famosa a livello planetario. "Tutto cominciò con la pubertà - si legge nel testo - all'improvviso entrò a fare parte della mia vita un'insicurezza che prima non conoscevo. Non sarei più in grado di dire, oggi, chi abbia notato per primo che io fossi diverso dai miei compagni di scuola, io stesso o loro. I giovani posseggono un settimo senso per 'l'esser diversi' e in quel tempo in cui tutti vogliono essere uguali questo è un insulto". Fatto sta che iniziarono a moltiplicarsi le occasioni in cui sentiva dire "c'è qualcosa che non va in Tom". "Cosa fosse rimaneva poco chiaro. Ma c'era una parola per dirlo: gay". La storia dell'adolescenza di Tom è fatta di "ore trascorse" fra i banchi di scuola "solo in attesa del suono della campanella", "ero sempre sotto stress. Loro erano tanti, io ero sola". Ma la convinzione di essere al proprio posto, nei propri panni, era già dentro quell'adolescente: "Quando io mi batto per la tolleranza e l'amore non dico nient'altro che quello che avevo scoperto già allora: siamo persone delle nazioni culture colori della pelle a impronte più diverse, ma siamo sempre giusti".

Il libro racconta l'outing a un'emittente austriaca: "Sì lo sono, sono omosessuale", rispose alla giornalista che glielo chiese. E "l'andata a Canossa", per affrontare la famiglia. C'è anche una galleria di foto che vanno dall'infanzia trascorsa a Bad Mittendorf, fino ai molti successi di questa stagione vincente della vita di Conchita Wurst. Una storia attraversata dalla passione per la musica, "la mia vita è musicale", e per la moda: "Il vestito che ha suscitato tanto clamore all'Eurovision l'ho disegnato io", spiega con orgoglio rivelando di essere spesso ospite di stilisti di grido che le fanno provare i capi più particolari delle loro collezioni. Il messaggio comunque è un altro: "Quello che c'è dentro di noi, non possiamo sopprimerlo", conclude Tom, parafrasando Carl Gustav Jung.

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