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Tel Aviv, auto sulla folla: muore turista italiano, sette feriti, ucciso l'attentatore

Un turista di circa 30 anni è stato ucciso sul lungomare di Tel Aviv in un attentato compiuto da un arabo-israeliano con l’auto lanciata sulla folla. Secondo la radio militare e altri media locali, la vittima è un cittadino italiano. Nell’attacco ci sono anche altri sette feriti, tra i quali - riferiscono ancora i media - un altro italiano e tre britannici. L’attentatore, che una volta uscito dall’auto avrebbe tentato di sparare sulla folla, è stato poi ucciso dalla reazione delle guardie di sicurezza.

L'auto dell'attentatore si è fiondata sulla folla in quello che è sembrato subito un attacco terroristico. Sette i feriti, che, come precisa il Magen David Adom, il servizio medico d'emergenza, sono stati ricoverati in due ospedali: Ichilov (Tel Aviv) e Wolfson (Holon). Un uomo di 74 anni, uno di 39 e una ragazza di 17 anni vengono definiti «in condizioni medie». Gli altri quattro feriti (una donna di 70 anni, un uomo di 50 anni, uno di 31 anni e una donna di 27) sono feriti «in maniera superficiale». L’autore dell’attentato era un arabo israeliano, stando a quando riferiscono i media locali.

L’episodio ha riacceso immediatamente la tensione già alta in questi giorni e il premier Benyamin Netanyahu ha richiamato altri riservisti dopo quelli dell’aviazione. La Farnesina ha espresso «orrore e sgomento per il vile attentato», mentre la premier Giorgia Meloni ha fatto sapere di seguire l’accaduto «con apprensione». La zona dove è avvenuta l’attentato è molto frequentata da turisti, affluiti in gran numero durante le festività pasquali. Sul posto, rovesciata, l’auto usata per l’attentato. Hamas e la Jihad islamica non hanno mancato di manifestare la loro soddisfazione per l’attacco definito «un’operazione di alto livello».

Dopo aver colpito a Gaza e in Libano, il richiamo dei riservisti e il rafforzamento delle truppe nei Territori è un chiaro messaggio ad Hamas, Hezbollah e Iran. La tensione, già alle stelle, è stata aggravata dall’altro attentato palestinese in Cisgiordania, con l’uccisione di due giovani sorelle (21 e 16 anni) e il grave ferimento della madre (48 anni). Anche a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, la situazione sembra appesa a un filo, pur in mancanza per il momento di gravi incidenti, con la polizia che continua a presidiare in forze il luogo. Dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza (uno dei 44 è caduto su una casa pur senza provocare vittime) e dalle fazioni palestinesi legate ad Hamas dal sud del Paese dei Cedri, Israele ha risposto nella notte colpendo tre siti in Libano e oltre dieci nella Striscia, compresi due tunnel e varie postazioni della fazione armata. Però ha scelto di togliere le restrizioni alle comunità israeliane attorno a Gaza, favorendo così il ritorno ad una vita normale e non nei rifugi. L’esercito libanese ha annunciato invece di aver smantellato una rampa di lancio in un campo agricolo nel sud.

La risposta di Israele sembra al momento fermarsi qui e - secondo analisti - appare circoscritta, tenendo conto della forte pressione internazionale per spegnere l’incendio, a partire da Mosca, e l’opposizione del mondo arabo ad Israele. Un giudizio non condiviso dalla parte radicale del governo di destra di Netanyahu che - specie dopo l’attentato - ha detto di non essere soddisfatta. Sia Bezalel Smotrich - ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso - sia il falco Itamar Ben Gvir hanno avuto da ridire sui contorni dell’azione militare e il secondo ha accusato il precedente governo di Naftali Bennett e Yair Lapid di aver indebolito la reattività di Israele. Un rimprovero che non è andato giù all’ex ministro della Difesa Benny Gantz: ha risposto per le rime a Ben Gvir accusandolo di essere completamente fuori strada. L’attentato palestinese è stato compiuto sulla strada 57 nel nord della valle del Giordano in Cisgiordania, vicino allo svincolo di Hamra. Le due vittime (secondo alcuni rapporti, anche di nazionalità britannica) viaggiavano insieme alla madre - tutte dell’insediamento ebraico di Efrat, vicino a Betlemme - sulla stessa auto che è stata crivellata da colpi d’arma da fuoco da un altro veicolo, finendo poi fuori strada. In un primo momento si è pensato ad un incidente automobilistico ma tutto è cambiato quando i servizi di Pronto soccorso e la polizia hanno trovato i fori dei proiettili sul veicolo. Su un’altra auto viaggiava il padre e il marito delle vittime che ha assistito alla scena. L’attentatore palestinese si è dato alla fuga ed ora è ricercato dalle forze di sicurezza.

«Le nostre forze sono adesso impegnate nella caccia ai terroristi. E’ solo questione di tempo, non molto tempo, e salderemo il conto», ha detto Netanyahu in visita sul luogo dell’attentato per la prima volta pubblicamente con il ministro della Difesa Yoav Gallant, il cui licenziamento è stato congelato. Poi, riferendosi ai nemici esterni, il premier ha avvertito: «Scopriranno che siamo uniti, compatti, sicuri di essere nel giusto».

Nel frattempo, il Paese è scosso dalle proteste di piazza. La polizia israeliana ha usato gli idranti per disperdere i manifestanti che bloccavano l’autostrada centrale a Tel Aviv, come ha riferito il Times of Israel, aggiungendo che almeno due persone sono state arrestate. Secondo gli organizzatori della protesta, 450.000 persone sono scese in piazza in tutto il Paese, di cui 230.000 a Tel Aviv.

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