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Sulle "Vie dei tesori" in 150.000 tra Palermo e Mantova: si torna ai numeri pre pandemia

Trentacinquemila presenze solo a Palermo in un solo weekend che, unite a Catania e Mantova, portano i primi quattro fine settimana delle Vie dei Tesori a superare quota centocinquantamila.

Palermo conferma e accresce il suo seguito e si avvicina ai numeri pre-Covid, Catania riempie i siti del centro storico ma porta anche tanti visitatori alla scoperta di Acireale; e domenica prossima aprirà eccezionalmente per la prima volta la tomba romana ritrovata sotto una palazzina popolare. Mantova conta la gente in fila per salire al Pronao albertiano di Sant’Andrea e nel prossimo fine settimana aggiunge un’apertura straordinaria (viste le tantissime richieste) per Torri Pila 1, disegnate da Italo Rota. Palermo segna nel suo carnet 35.048 visitatori e raggiunge quota 115 mila solo in città, con la chiesa di Santa Caterina che si conferma il luogo in assoluto più visitato e amato del Festival. E saldo nella seconda posizione è anche questo weekend Palazzo Costantino che si visita anche in notturna: il pubblico ama affacciarsi dal prospetto sui Quattro Canti, ama il fascino dei saloni abbandonati, gli affreschi superstiti ma nello stesso tempo ammira le opere della francese Juliette Minchin - la mostra è curata da Paola Nicita - in aperto dialogo con il palazzo.

Piene le visite teatralizzate con protagonista Stefania Blandeburgo: che è stata Margheritina, la vedova del poeta di strada Peppe Schiera, nel rifugio antiaereo della Biblioteca Bombace; poi la nobile Dulciora che irrideva il Sant’Uffizio nelle carceri dello Steri, e infine la dolce Lucie Henry, la moglie francese del cadetto dei Florio ai Quattro Pizzi.

A Catania il pubblico ha confermato la preferenza per il centro storico: piace tanto il sontuoso Palazzo Scuderi Libertini con il suo giardino affacciato sulla città; è una conferma anche il nero Castello Ursino e un must di quest’anno, l’ex calzaturificio Ega, dove si imbocca il passaggio che conduceva al piccolo teatro Dusmet. Piace molto anche Villa Manganelli, l’unica residenza catanese dove mise mano Ernesto Basile; e si torna alla scoperta di quel gioiello bizantino nascosto che è la cappella Bonajuto. E visto che era stata una sorpresa dell’ultimo minuto, i visitatori hanno fatte le code per entrare nel laboratorio dei pupari catanesi per eccellenza, i Fratelli Napoli che hanno raccontato come nascono i pupi. Confermata la predilezione per il percorso sensoriale delle Stanze in fiore, tra rare specie tropicali e subtropicali.

Catanesi e turisti hanno approfittato delle temperature ancora estive e hanno riempito le gite in barca a vela per scoprire la città dal mare. Apprezzati anche i luoghi di Acireale che si sta preparando anch’essa all’ultimo weekend. Per il prossimo e ultimo weekend fioccano le prenotazioni per poter entrare (solo 6 visitatori per volta) alla tomba romana di via Antico Corso, del tutto sconosciuta perchè nascosta in un garage di una palazzina di edilizia popolare. Mantova ha avuto un secondo fine settimana scoppiettante con tantissimi visitatori alla scoperta dei luoghi. Si son viste le code per salire al pronao disegnato da Leon Battista Alberti: il festival apre un percorso aereo assolutamente inedito che permette di comprendere la magnificenza del disegno del grande architetto voluto da Ludovico II Gonzaga; e così anche per il quattrocentesco palazzo Bonatti, oggi sede del Consorzio di bonifica Garda Chiese, per secoli appartenuto alla famiglia legata ai Gonzaga.
È un vero compendio di storia dell’arte visto che passa (accogliendone gli stili) dal primo ‘500 all’800, dal Manierismo al Neoclassicismo. Ottima accoglienza anche per la passeggiata che porta alla scoperta del Rio urbano e per la ciclovisita che porta sulla sponda destra del Mincio, seguendo il filo virtuale che collega settecentesche ville private e manufatti legati all’acqua. E questo prossimo e ultimo weekend si aggiungerà una sorpresa: sarà infatti di nuovo eccezionalmente visitabile la Torre Pila 1 del Palazzo del Podestà, progettata da Italo Rota nell’ambito di un più ampio programma di restauro e riuso dell’intero complesso monumentale.

Molto amato anche Palazzo Mirto: la dimora dei Filangeri, arredata con i pezzi d’epoca, apre al pubblico del festival l’intero secondo piano e permette la visita alle stanze private. Un percorso particolare anche quello (molto apprezzato) alla Galleria di Palazzo Abatellis che per Le Vie dei Tesori ha invece aperto alle visite sia le sale dell’ala nuova per un particolare viaggio nella pittura siciliana da metà Cinquecento al tardo barocco; e si sale anche fino alla terrazza.

Le vere protagoniste del weekend sono state comunque le ville che sono andate sold out per questa ultima possibilità di visita: La Pompeiana con il suo atrio che riprende gli stilemi dell’antica Roma, e le sue storie misteriose; Villa Lituania che la gente ha scoperto con piacere.

Si preannuncia un weekend finale straordinario per le visite all’aula bunker: sabato il racconto del maxiprocesso toccherà a Enzo Mignosi - a lungo corrispondente del Corriere della Sera - e Esther Ajello, vedova di Vincenzo Mineo, direttore capo della cancelleria e memoria storica di sentenze e faldoni. Domenica gran finale con Pietro Grasso, ex presidente del Senato che al maxiprocesso era giudice a latere.

La sua sarà una testimonianza speciale, tra ricordi personali e cronache giudiziarie. Ritorniamo allo scorso weekend: molto amate le passeggiate dedicate ai luoghi dei Florio e ai misteri dei Beati Paoli; sold out (ma è un’abitudine che va avanti da anni) il tour con delitto e il percorso con il filo conduttore dell’«amaru casu» della baronessa di Carini.

E così anche le visite in barca alla scoperta del panorama palermitano e delle grotte nascoste dell’Addaura. Fuori porta, tanta curiosità per Villa Filangeri a Santa Flavia e in tanti hanno scoperto le straordinarie collezioni di Palazzo D’Aumale a Terrasini con la guida dei naturalisti del museo.

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