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Giorno della Memoria: i film più belli per non dimenticare gli orrori del nazismo

In tempi di «hit parade» giornalistiche per soccorrere i cinefili privati delle novità in sala e nella ricorrenza del Giorno della Memoria, due difficoltà si propongono a chi volesse suggerire un percorso tra i film che ricordano l’orrore del genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti e dai loro alleati prima e durante la seconda guerra mondiale.

Il primo ostacolo viene dalla necessità di fare delle scelte in una filmografia molto ampia perché, fortunatamente, il tema ha coinvolto registi e produttori in tutti i decenni. Il secondo è legato all’accessibilità dei titoli sulle maggiori piattaforme o nelle proposte dell’home video. Questa volta è allora il caso di proporre una doppia classifica: i 10 film che, per popolarità e accessibilità, non possono mancare e altri 10 che invece richiedono più passione e ricerca, ma in definitiva celano sorprese o scoperte da non mancare.

Va detto in premessa che due titoli sono considerati «fuori quota». Il primo, perché fa da capostipite a tutto il genere (se di genere si può parlare), ed è IL DIARIO DI ANNA FRANK diretto da George Stevens nel 1959, a 14 anni dalla morte della ragazzina olandese e realizzato con molta più verosimiglianza di quanto ci si potrebbe aspettare da un prodotto hollywoodiano seguendo passo passo le pagine del diario originale. Il secondo è naturalmente SCHINDLER'S LIST di Steven Spielberg (1993).

Si tratta di un’opera che il creatore di grandi fiabe come «E.T.» dedica alla sua gente, con pudica sensibilità visiva (è girato in bianco e nero salvo pochi tocchi di colore qua e là e due folgoranti inquadrature che illuminano di rosso il cappotto di una bambina) e scrupolo documentale nel ricostruire l’odissea di Oskar Schindler, ricordato tra i Giusti delle Nazioni per la tenacia con cui sottrasse centinaia di condannati al genocidio nei lager.

Il clamore destato dalla pellicola permise a Spielberg di utilizzare parte degli incassi per creare la «Survivors of the Shoah Visual History Foundation», organizzazione no-profit per la collezione audio-video delle testimonianze di circa cinquantaduemila sopravvissuti. Al progetto partecipò per l’Italia anche il regista Mimmo Calopresti. I due film si vedono agevolmente, in abbonamento, su Prime Video o anche su altre piattaforme.

La lista dei film da vedere o rivedere si apre con SHOAH, racconto della persecuzione e dei campi di sterminio filmata con implacabile oggettività da Claude Lanzmann tra il 1974 e il 1985. Sono nove ore senza alcun filmato di repertorio, ma fitte di testimonianze e verità storiche. Ecco poi un film pluripremiato ed emozionante come l’autobiografico IL PIANISTA di Roman Polanski, vincitore di 3 Oscar nel 2003. Al terzo posto un altro premio Oscar, LA VITA E’ BELLA di Roberto Benigni (1997) a cui affiancare il film che fece di Gillo Pontecorvo un grande regista internazionale, KAPO' (1959), poi premiato anche lui con l’Oscar.

C'è chi, essendo ebreo, può sorridere anche sul dramma del genocidio: è Radu Mihaileanu che nel 1998 dirige l'irresistibile TRAIN DE VIE. Torniamo in Italia con un romanzo celebre, diventato film grazie a Vittorio De Sica nel 1970, IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI. Piace affiancargli uno dei film più affascinanti e ambiziosi dello stesso decennio, ovvero MR. KLEIN (1976) di Joseph Losey con Alain Delon, vittima e testimone delle persecuzioni naziste in Francia.

Ecco poi un successo internazionale come LA SCELTA DI SOPHIE (1982), diretto da Alan Pakula dal romanzo di William Styron con un’indimenticabile Meryl Streep. Ben più crudo e drammatico IL FIGLIO DI SAUL di László Nemes, premiato a Cannes nel 2015. E per finire il «classico dei classici», IL GRANDE DITTATORE di Charlie Chaplin, diretto nel 1940 e pensato come un implacabile atto d’accusa per la follia nazista, gestito con l’arma più forte: la satira che diventa arte e monito universale.

La seconda «playlist» è molto più soggettiva e si apre con un documentario che nel 1956 fece scalpore e rivelò un grande regista: NOTTE E NEBBIA di Alain Resnais. E’ il primo, documentato viaggio nella memoria di quella tragedia che il pubblico poté conoscere. Solo più tardi furono divulgate le riprese dei campi di sterminio con la firma di Alfred Hitchcock e mai mostrate per l’orrore che suscitavano. Si resta nel campo del documentario con il recente 1938: DIVERSI, diretto da Giorgio Treves due anni fa e in cui si racconta l’odissea degli ebrei italiani dopo le leggi razziali volute da Mussolini in quell'anno.

Per capire fino in fondo cos'era la barriera invisibile calata tra «ebrei» e «gentili» nell’Europa del nazi-fascismo ecco due film esemplari: ARRIVEDERCI RAGAZZI di Louis Malle, premiato col Leone d’oro nel 1987, e JONA CHE VISSE NELLA BALENA (1993) di Roberto Faenza. Si può modificare la realtà della Storia con la libertà creativa del cinema? La risposta paradossale di Quentin Tarantino è BASTARDI SENZA GLORIA (2009), sulle tracce di Shosanna Dreyfus, la bimba scampata al massacro della sua famiglia e poi implacabile vendicatrice.

Ancor più estrema è la provocazione del neozelandese Taika Waititi (di famiglia ebrea) in JO JO RABBIT del 2019. Tra i tantissimi buoni film dedicati alla memoria dell’Olocausto piace ancora proporre THE READER (2008) di Stephen Daldry che racconta l’amore e la presa di coscienza di Michael Berg (Ralph Fiennes) per Hanna (Kate Winslet) in cui, dopo molti anni, riconosce una ex SS, guardia ai campi di
concentramento, poi processata, condannata e pentita.

In chiave più romantica e adolescenziale ecco invece IL VIAGGIO DI FANNY (2016) diretto da Lola Doillon con gli occhi di una ragazzina in fuga dalle persecuzioni tra Francia e Svizzera. Tutti i film citati sono reperibili sul mercato. In chiusura invece due titoli più rari e da scoprire: SENZA DESTINO (2005) di Lajos Koltai (la terribile storia di una famiglia ungherese che conobbe tutti i lager più famosi, da Mauthausen a Auschwitz e Buchenwald) e CORRI RAGAZZO CORRI (2013) di Pepe Danquart (la vera storia di un ragazzino in fuga dal ghetto di Varsavia).

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