VENEZIA. Nonostante abbia realizzato uno dei film più dettagliatamente cruenti e a volte splatter della battaglia di Okinawa, Mel Gibson regista di Hacksaw Ridge, passato fuori concorso al Festival di Venezia, dice in conferenza stampa di odiare guerra e armi. Il film, in sala dal 19 gennaio con Eagle, con Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Sam Worthington e Luke Bracey racconta la storia vera di Desmond Doss (Garfield) che durante una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, salvò 75 uomini senza sparare un solo colpo.
Era infatti un convinto obiettore di coscienza, anche grazie alla sua fede avventista del settimo giorno, e credeva fermamente che uccidere fosse sbagliato mentre era giusto servire la patria. Doss, per il suo eroismo, fu il primo obiettore di coscienza insignito della Medaglia d'Onore del Congresso.
«Sono d'accordo con Obama per quanto riguarda le armi. Non credo ci siano guerre giuste, odio le guerre, ma bisogna amare i guerrieri e fargli omaggio». Nel caso di Desmond Doss, spiega ancora il regista de La passione di Cristo, «per me si è trattato di prendere un uomo normale e fargli fare cose straordinarie in situazioni difficili. La sua lotta avviene nel mezzo dell'inferno di una guerra e lui, con la sua fede e ostinazione, alla fine fa qualcosa di soprannaturale. Doss ha la forma di amore più alta che ci sia, quella di mettere a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri».
E ancora sulla fede di Doss che, a ogni soldato salvato, invocava «Dio fammene trovare un altro»: «E' innegabile che lui avesse una fede, una determinazione molto forte, grandiosa. Andare in questa zona armato solo dalla fede vuol dire avere una fonte di ispirazione molto forte».
I veterani di guerra per il regista vanno sempre salvaguardati: «Basti pensare a quello che è successo ai reduci del Vietnam. Soldati che tendono a farsi del male, suicidarsi. Hanno bisogno d'amore quando tornano dalla guerra».
Gibson confessa poi che ama fare il regista «forse è una questione di megalomania», mentre sul suo rapporto da sempre problematico con l'industria del cinema, dice solo: «Una parola per Hollywood? Sopravvivenza».
Andrew Garfield (Social Network e Spyderman) l'esile interprete dell'ostinato Doss, dice infine: «Dobbiamo farci questa domanda, giorno per giorno, come ha fatto un uomo davvero semplice come lui a unire il fatto che non voleva uccidere un altro uomo, non rinunciando a servire la sua patria? In un momento così difficile come oggi, di separazioni, lotte violente, ideologie e guerra, lui è un simbolo del principio di 'vivere e lascia vivere'. Tutti noi abbiamo da imparare tante cose da lui».
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