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Pittura, linguaggio cinematografico e scrittura: viaggio a Palermo nelle "Memorie" di Franco Accursio Gulino - Foto

 

PALERMO. Una mostra antologica che racconta il lungo iter artistico di Franco Accursio Gulino, per una articolata narrazione: il 16 gennaio 2015 a Palazzo Ziino a Palermo, alle 17,30  si inaugura la mostra nata da un progetto dell'Associazione Culturale Tabularium, in collaborazione con Agorà- Centro servizi per l’arte contemporanea, sostenuta dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, a cura di Paola Nicita (testi in catalogo della curatrice, di Paolo Flores d'Arcais e di Antonella Purpura, catalogo edito da Caracol Edizioni Palermo).

La mostra sarà aperta fino al 13 Febbraio dalle 9,30 alle 18,30, chiusa il lunedì.

Le opere in mostra per “Memorie” rappresentano una selezione della prolifica produzione dell'artista, che si muove tra pittura, linguaggio cinematografico e scrittura, e che per la mostra palermitana propone un viaggio nella sua memoria d'artista, in particolare attraverso le opere di alcuni periodi: “Ferdinandea”, “Clandestinus”, Memoria”, Pasolini”, “Lavagne”, “Passano all’asta i sogni” e alcune opere di “Tabularium” , “In /Out” e  “Design and Embalmer”.

La pittura di Franco Accursio Gulino sceglie la cifra di un linguaggio intenso e mai scontato, per condurre ad una riflessione su temi e fatti di grande attualità, come in “Clandestinus”, oppure vuole soffermarsi sul ricordo e l'omaggio di grandi personaggi come Pier Paolo Pasolini, per fissare un frammento di memoria attraverso un ritratto che è anche riflessione politica. Il senso di responsabilità dell'artista è anch'esso altro tema di riferimento, così come l'indagine sul corpo che è metafora di un presente attraversato da contrasti e contraddizioni.

Scrive Paola Nicita nel testo in catalogo: «Franco Accursio Gulino è ben radicato nel presente in cui vive: per questo motivo cerca sempre di porre domande e sollevare dubbi, rilanciando quesiti con le sue pitture, i suoi scritti, i suoi film. Questioni di identità, appartenenza, ruolo; interrogativi che riposizionano l'umano al centro del mondo, gli rinsaldano i piedi per terra e gli ricordano che la libertà è un dono da riscoprire ogni giorno. Gulino osserva gli altri un po' come a volte osserva se stesso, da fuori, per capire dove sta andando, chi è, cosa sta o vorrebbe ricercare. Maledice l'indifferenza, il peggiore dei mali, quello che fa dimenticare la dimensione di sacra laicità dell'essere umano, le sue possibili risorse, energie, capacità, che non possono essere poste in essere senza la condivisione, altra parola importante».

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