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Prova a rialzarsi la Romagna devastata dalle inondazioni, i morti salgono a tredici

Il sole fa capolino, l’acqua lentamente si ritira, ma i segni che lascia sono profondi: il giorno dopo la grande paura in Romagna è già tempo per guardare avanti e cominciare a ripulire tutto dal fango. Ma il costo è alto: i danni dovranno essere quantificati, ma il bilancio, alla fine, sarà di qualche miliardo. E ancora più alto quello delle vite umane. Il conto delle vittime sale a 13 e si teme che possa ancora salire: ci sono infatti dei dispersi. E ci sono anche delle zone dove i soccorsi sono lenti e complicati perché l’acqua è ancora alta, perché non c'è energia elettrica, perché non funzionano le linee telefoniche, perché anche le più semplici comunicazioni sono molto complicate.

Una persona che ieri era stata conteggiata fra i morti, perché si temeva che fosse rimasta intrappolata nella sua auto, è stata individuata sana e salva perché era riuscita a mettersi in salvo. Non ci sono riuscite, soprattutto, le persone più anziane: a Sant'Agata sul Santerno è morto un uomo che era costretto a letto e non è stato salvato in tempo. A Russi sono morti due coniugi che stavano provando a spostare un frigorifero.

Difficile avere anche il numero esatto delle persone che hanno dovuto lasciare le loro case: sicuramente non sono meno di diecimila. Molti di loro si sono trasferiti da parenti o amici che abitano ai piani alti o in zone che non rischiano di essere allegate, mentre almeno 3.100 hanno trovato accoglienza nei centri allestiti in palestre, scuole e palazzetti dello sport, fra Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna e negli altri luoghi più colpiti. La task force dell’Enel è al lavoro per riallacciare l'energia alle oltre 27 mila utenze che in mattinata risultavano disalimentate, poi scese in serata a 18.500. I danni alle infrastrutture elettriche sono ingentissimi e non sarà un lavoro breve. I vigili del fuoco hanno fatto 1.550 interventi, ma ancora di più sono quelli in coda. Rimangono alcune aree dove si può arrivare solo con il gommone.

Insieme al lavoro per ripulire strade e case danneggiate dal fango nei prossimi giorni comincerà anche la conta dei danni. Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini paragona l’impatto dell’alluvione a quello del terremoto del 2012: la stima economica, alla fine, sarà inferiore rispetto al sisma, ma ammonterà comunque ad alcuni miliardi. L’allerta rossa prosegue ed è stata confermata in Emilia-Romagna anche per domani, venerdì 19 maggio. Molti degli oltre venti fiumi che sono esondati sono infatti ancora in piena e si spera solo che non torni la pioggia a ingrossarli. Senza contare che gli argini hanno sofferto molto e il terreno è saturo: si stima che in quattro giorni (fra l’alluvione del 2-3 maggio e quella del 16-17) sia caduta più o meno la pioggia che mediamente cade in un anno.

E che le esondazioni dei fiumi proseguono, anche se in misura più modesta. Si contano una cinquantina di zone allagate, in ben 42 Comuni dell’Emilia-Romagna. In molte delle zone interessate dall’alluvione domani saranno ancora chiuse le scuole, mentre in altre città, come a Bologna, riapriranno per provare a tornare, almeno da questo punto di vista, alla normalità. Sarà allerta rossa anche per le frane. Se la pianura è stata infatti funestata dalle inondazioni, la montagna e la collina sono alle prese con le frane: sono oltre 280, di cui 120 particolarmente importanti in 58 comuni. Nel solo Comune di Modigliana, nell’Appennino forlivese, ne sono state censite 71. Tantissime le strade ancora chiuse e ancora disagi alla circolazione ferroviaria. L’autostrada è stata riaperta, ma in molti tratti si circola a una sola corsia con lunghe code perché servono ancora molti lavori.

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