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Strangolò e uccise i genitori a Bolzano, condanna all'ergastolo per Benno

Seicentottantagiorni fa uccideva barbaramente i suoi genitori strangolandoli con un cordino. Oggi quel figlio da sempre problematico a livello caratteriale è stato condannato all’ergastolo. Carcere a vita per Benno Neumair, 31enne bolzanino con un passato da ossessionato culturista ed insegnante di matematica. Si legge la parola 'ergastolò sulla sentenza della Corte d’appello di Bolzano che oggi - erano le ore 17,33 - è stata letta del giudice Carlo Busato davanti a una platea di giornalisti, telecamere, avvocati ma soprattutto davanti alla sorella di Benno, Madè. E’ stata lei, da Monaco di Baviera dove si trovava per lavoro, che il 5 gennaio del 2021, non avendo più notizie da quasi un giorno della mamma (Laura Perselli di 68 anni) e del papà (Peter Neumair di 63, tutti e due insegnanti in pensione), aveva telefonato preoccupata al fratello per chiedere notizie dei genitori e poi invitarlo a sporgere denuncia di scomparsa presso i carabinieri. Benno sapeva tutto, sapeva che nel tardo pomeriggio del giorno prima, il 4 gennaio, aveva ucciso nell’abitazione di famiglia prima il padre e poi, al momento del rientro a casa, anche la madre.

Le ricerche delle povere vittime

Nei giorni successivi alla scomparsa, i sentieri delle montagne della conca di Bolzano e gli argini dei fiumi sono stati setacciati palmo a palmo da soccorritori e forze dell’ordine. A seguito del ritrovamento di una goccia di sangue sul parapetto del ponte che porta alla discarica Ischia-Frizzi sul fiume Adige a sud di Bolzano, sono iniziate le ricerche all’interno del corso acqua. Sommozzatori, carabinieri subacquei e cani molecolari, elicotteri, natanti, per settimane hanno cercato i corpi di Peter e Laura. Per agevolare le operazioni di ricerca il livello del fiume era stato abbassato. La sera del 18 gennaio 2021 il figlio Benno viene indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere e dieci giorni dopo il colpo di scena: viene arrestato. Il 6 febbraio le acque del fiume restituiscono il cadavere della madre Laura. Assistito dai legali Flavio Moccia ed Angelo Polo, Benno inizia a raccontare e confessare. Il 27 aprile il corpo del padre Peter viene ripescato dal corso d’acqua ancora più a sud, a Ravina di Trento. Nell’ultimo anno e mezzo si sono susseguite le testimonianze da parte della sorella, dei parenti e le udienze per le deposizioni delle perizie. Oggi l’epilogo in Corte d’assise con la condanna di Benno alla pena dell’ergastolo sia per l’omicidio del padre che della madre. Inoltre, per il reato di soppressione del cadavere, ovvero per aver gettato i corpi senza vita dei genitori nel fiume, è stato condannato a 3 anni di reclusione. Per Benno anche un anno di isolamento diurno e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Dovrà risarcire i parenti

Quanto al risarcimento la Corte ha condannato l’imputato a versare 200mila euro alla sorella Madè e 80mila a Carla Perselli (sorella di Laura) e alle spese del procedimento delle parti civili (16.588,50 euro per onorari oltre al 15% per rimborso spese generali sia per la sorella Madè che la zia Carla). Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro 90 giorni. «E' una sentenza iniqua, non ce l’attendavamo, dovremo leggere le motivazioni», ha detto all’AGI, prima di lasciare il palazzo di giustizia, un furioso Flavio Moccia, difensore di Benno. L’altro legale della difesa, Angelo Polo, che nell’arringa aveva detto, «l'ergastolo sarebbe una condanna a morte», dopo la sentenza alla domanda sullo stato di salute di Benno in carcere ha affermato, che sta «come negli ultimi 30 anni, come un malato di mente» aggiungendo «è difficile mandare all’ergastolo questo ragazzo, ma noi andremo avanti con la nostra battaglia». Presente in aula la sorella Madè che ha ribadito, «non so se lo perdonerò, è una domanda così difficile che non ci sto pensando perchè in questo momento penso alla mamma e al papà». «Questa - ha aggiunto - non è una vittoria perchè questa pena o le motivazioni che arriveranno e leggeremo non ci ridaranno la mamma e il papà. Ora mi auguro serenità: la mia vita non è cambiata oggi, la mia vita è cambiata dopo il 4 gennaio». Per il legale di parte civile, Carlo Bertacchi «la verità e che Benno non è malato, o meglio, è malato ma sicuramente era pienamente capace di intendere e di volere quando ha ucciso barbaramente suo padre e sua madre».

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