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Da Palermo a Paternò, la prima mappa delle baby gang: identikit e dove agiscono

Maggiore concentrazione nella grandi città, più presenti al Nord e più strutturate al Sud. Uso smodato dei social, giovanissima età. Sono i risultati della prima mappatura sulle baby gang in Italia. Un report realizzato dal Centro di ricerca Transcrime dell'Università Cattolica, dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza e quello per la Giustizia Minorile che ha cercato di inquadrare meglio il fenomeno delle bande giovanili, spesso negli ultimi anni protagoniste di azioni inquietanti.

Il tratto comune è la violenza, spesso contro coetanei. E una componente frequente sono chat e social, servono per organizzare il branco e anche come palcoscenico, danno senso di coesione e, in alcuni casi, rafforzano l'identità di gruppo.

Baby gang in Sicilia

La diffusione, anche in Sicilia, è piuttosto ampia su tutta la Regione, con minore (o assente) concentrazione nella zona orientale ed in particolare Messina, Ragusa e Siracusa, stando ai dati dei comandi provinciali dei carabinieri e delle questure che hanno riportato la presenza di gang giovanili sul loro territorio di competenza tra il 2019 e il 2021. Anche se secondo l'Ufficio di servizio sociale per minorenni il fenomeno sarebbe in aumento proprio a Messina, che finora sembrava indenne.

A Palermo, basta dare un'occhiata alle cronache, le baby gang ci  sono e fanno paura. Dei giorni scorsi il racconto di alcuni studenti Erasmus in città presi di mira per essere stati vittime di furti e aggressioni. Esemplare anche il caso del gruppo di ragazzini che spopolava su TikTok, Instagram e YouTube. Arab zone 90133 il loro nome, hanno ricoperto un ruolo primario per molti mesi in numerose aggressioni che hanno portato scompiglio e terrore lungo via Roma e via Maqueda, centri nevralgici della movida palermitana, avvalendosi anche di bottiglie di vetro rotte e bastoni per spaventare e picchiare i propri coetanei. In mezzo a questi episodi, si sono registrati anche tantissimi furti ai danni dei turisti.

Per il Catanese, lo studio di Transcrime, fa riferimento al caso di Paternò dove nel 2021 era attiva una gang giovanile che presentava un certo livello di organizzazione grazie al quale portava a compimento diversi reati a danno di negozi della zona. Questa banda si è inoltre resa responsabile di furti e rapine nei confronti di tabaccherie, supermercati e altri commercianti, oltre che della piscina e della chiesa locale. I membri della gang accedevano ai locali principalmente durante gli orari di chiusura per rubare, fra le altre cose, elettrodomestici, apparecchiature informatiche e denaro28. I reati contestati per le attività commesse da giugno a settembre 2021 sono stati quelli di furto aggravato in concorso, rapina aggravata in concorso, e lesioni aggravate29.

L'identikit delle baby gang italiane

Il tratto comune è la violenza, spesso contro coetanei. E una componente frequente sono chat e social, servono per organizzare il branco e anche come palcoscenico, danno senso di coesione e, in alcuni casi, rafforzano l'identità di gruppo. Mediamente hanno una decina di componenti, quasi sempre maschi e tra i 15 e i 17 anni, nella maggior parte dei casi italiani.

I fatti più comuni sono risse, bullismo, atti vandalici. Alcuni gruppi strutturati si dedicano a spaccio, furti e rapine. Solo in rari casi è stato possibile ipotizzare o accertare l'associazione per delinquere.

Perché i ragazzi entrano in una baby gang?

"La ricerca d'identità, l'importanza di appartenere ad un gruppo, il senso d'onnipotenza tipico della giovane età", sono alcune delle caratteristiche inquadrate del vice capo della polizia Vittorio Rizzi, e "il nostro compito è intercettare i fenomeni di disagio sul nascere".

Lo studio tratteggia quattro diverse categorie. I gruppi più diffusi, e presenti in tutta Italia, sono quelli senza una gerarchia chiara, tenuti insieme dallo scopo comune di compiere azioni violente.

Poi ci sono le bande con legami con organizzazioni criminali: sono composte quasi totalmente da italiani e presenti soprattutto al Sud. Tra questi le "paranze" dedite alle "stese", le incursioni in motorino, sparando raffiche radenti di proiettili.

Il terzo tipo censito comprende i gruppi composti in prevalenza da ragazzi di prima o seconda generazione che si ispirano alle gang straniere, sono minoritari e presenti soprattutto nelle città del Nord e Centro, come la MS13, prevalentemente composta da salvadoregni, sia maschi che femmine, e sempre a Milano i Barrio Banlieue.

Infine, le bande con una struttura definita, senza riferimento con altre organizzazioni, e dedite soprattutto a furti e rapine. Secondo i dati della Giustizia minorile, nel 50% dei casi i membri delle gang che hanno commessi reati usufruiscono della sospensione del procedimento con messa alla prova. Il ricorso alla detenzione in Istituti Penali per Minorenni avviene solo in casi isolati. Nella maggioranza vengono predisposti piani con attività di studio e lavoro.

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