Lo zainetto di scuola del piccolo Mattia ritrovato a 8 km di distanza da dove, insieme alla madre, era stato travolto dal Nevola a Castelleone di Suasa (Ancona), è una «stilettata» per il padre Tiziano che però non cede alla disperazione.
«La speranza non la lascio mai - dice mentre seduto sul porticato di casa a Barbera assiste alle ricerche - Spero di ritrovarlo. Magari svenuto, nascosto. Perché, impaurito, è fuggito da qualche parte. Dunque continuerò, tornerò in quell'inferno ma lo trovo vivo».
Tiziano parla del figlio come di uno «gnometto speciale», «l'amore fatto a persona». La sera dell’alluvione, dopo una cena a casa, l'aveva «abbracciato e sbaciucchiato». E poi l’aveva salutato e visto partire con la madre. Ma l’auto non è mai arrivata a destinazione, travolta dall’onda di acqua e fango. I soccorritori accelerano le ricerche del bambino a Castelleone, dov'erano state ritrovate la madre Silvia, ora ricoverata a Senigallia, e l’auto Mercedes su cui viaggiavano. In zona si è depositata una mole enorme di vegetazione, tra alberi e tronchi. I vigili del fuoco stanno cercando di rimuoverla e al lavoro ci sono anche i cinofili, i cui cani hanno come campione di ricerca proprio lo zaino.
Il ritrovamento dello zainetto è però purtroppo ininfluente per la localizzazione del bimbo: quando Silvia ha preso in braccio Mattia ed è scappata dall’auto per mettersi in salvo, lo zainetto è rimasto sul sedile ed è stato trascinato via con la Mercedes. È stato trovato a 8 km dal punto dove è sparito Mattia, in un’area non distante da dove giaceva il corpo della 17enne Noemi Bartolucci rinvenuto nei giorni scorsi.
La madre di Noemi, Brunella Chiù, 56 anni, risucchiata dal Nevola insieme alla figlia e al figlio Simone, sopravvissuto aggrappandosi per tre ore a una pianta, è l’altra dispersa e le ricerche continuano anche per lei. Si continua dunque a setacciare fiume e argini in uno scenario di devastazione.
E per comprendere a fondo le esigenze del territorio martoriato, è tornato nelle Marche il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio per incontrare, nel Pesarese e nell’hinterland di Senigallia (Ancona), i sindaci dei Comuni colpiti e per comprendere le esigenze primarie di intervento per aiutare la cittadinanza, ripristinare e «ripartire». Questa calamità, ha rimarcato Curcio dopo l’incontro a Barbara con il sindaco Riccardo Pasqualini ha «portato sul territorio una devastazione che ha colpito soprattutto le infrastrutture, alcune già fragili, e i collegamenti con gli altri paesi, gli acquedotti, le fogne: quello che riguarda le infrastrutture, è tema cruciale che va affrontato». Le ferite, però, non sono solo quelle al territorio ma anche alle comunità scosse da eventi tragici e così improvvisi.
A San Lorenzo in Campo (Pesaro Urbino) dove Mattia abita con la madre Silvia, sono ore di apprensione anche nella scuola primaria «Lorenzo Bettini». «Un dramma», «Mattia amato da tutti, non lo hanno ancora trovato», «ci mettiamo nelle mani del Signore»: poca voglia di parlare da parte di insegnanti e genitori che, all’ingresso di scuola, cercano non far trapelare sensazioni negative e la tristezza del momento molto difficile sui giovanissimi studenti accompagnati in classe tra i sorrisi di chi li vuole proteggere. Il sindaco di San Lorenzo in Campo, Davide Dellonti, ha chiesto l’intervento di un pool di giovani psicologici esperti di situazioni complesse in ambiente scolastico per supportare gli insegnanti e, in prospettiva, anche i compagni di scuola di Mattia. Ora c'è una situazione di incertezza, Mattia è disperso. «Ho chiesto all’Ambito sociale di Fano, struttura sovracomunale che gestisce i servizi nella zona, di fornirci la cosiddetta "Unità di strada" - spiega Dellonti -, un pool di psicologici che svolgono attività di supporto. Serve agli insegnanti e servirà nelle classi soprattutto in quella frequentata da Mattia; sono specialisti abituati a gestire situazioni complesse negli ambienti scolastici. Un sostegno che potrebbe servire soprattutto nella fase della “comunicazione” ai piccoli».
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