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Al Festival di Berlino l'Orso d'Oro ad «Alcarràs» di Carla Simon, ecco tutti i premiati

Alcarràs di Carla Simon, una storia semplice di «resistenza agricola» ambientata nella campagna catalana dove la famiglia Solè impegnata da generazioni nella raccolta di pesche rischia lo sfratto per lasciar spazio ai pannelli solari, è l’Orso d’Oro per il miglior film della 72/ma edizione del Festival di Berlino.

L’Orso d’Argento Gran Premio della Giuria va a un film altrettanto agricolo, ovvero The Novelist's film, firmato da un poetico Hong Sangsoo, mentre a Leonora Addio, unico film italiano in corsa, a firma di Paolo Taviani, va il premio Fipresci della critica internazionale ma nulla nel palmares. Peccato, tutti avrebbero giurato che l'italiano direttore artistico, che ha voluto fortemente il film, si sarebbe inventato un premio speciale per rendere omaggio al maestro toscano, al primo lavoro senza il fratello Vittorio. Se ci può consolare, Alcarrás è una produzione delle compagnie spagnole Avalon P.C. e Vilaut Films, in coproduzione con l'italiana Kino Produzioni.

Tante le donne premiate: la regista di Barcellona di Alcarras; Claire Denis, 75 anni, che ha portato in concorso un morboso triangolo d’amore, Avec amour et acharnement, con protagonisti Juliette Binoche e Vincent Lindon e ha vinto l’Orso d’Argento per la regia, la messicana Natalia Lopez Gallardo per Robe of gems, storia di una donna che torna nella sua casa di infanzia ma trova la sua governante immischiata in loschi affari, che ha vinto l’Orso d’Argento premio della giuria.

Ma il vero vincitore di questa edizione con ben due Orsi è Kurnaz vs. George w. Bush, un film squisitamente politico che si è portato a casa l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e la migliore interpretazione andata a Meltem Kaptan , «mamma coraggio» che fa causa addirittura a Bush per salvare il figlio imprigionato ingiustamente a Guantanamo. Orso d’Argento per la miglior interpretazione non protagonista, a Laura Basuki per il film Before now and then della regista Kamila Andini, una sorta di In the mood for love indonesiano.

Infine, l’Orso d’argento per l’eccezionale contributo artistico va a Everything will be ok, il nuovo, sconvolgente film del regista cambogiano Rithy Panh.

Comunque, per l’Italia non è finita qui, il 19 febbraio si sapranno infatti i premi della sezione Panorama dove il nostro Paese corre con Una femmina di Francesco Costabile, Calcinculo di Chiara Bellosi e Nel mio nome di Nicolò Bassetti.

 

 

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