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Dal total black della Pausini ai Crocs dorati, la notte degli Oscar è un inno alla moda: tutti gli abiti

Tornano il red carpet e il glamour degli Oscar nella strana edizione della pandemia tra mascherine indossate e levate, capi di alta moda, ma anche sneaker e Crocs dorati.

Felpe e pigiami non hanno avuto posto sul tappeto rosso degli Academy Awards in onda sulla Abc con due mesi di ritardo sulla data consueta di fine febbraio.

Hanno fatto invece tendenza le scollature vertiginose delle dive (il record a Maria Bakalova di "Borat") ma anche gli abiti "social distancing": la Bakalova in un Louis Vuitton candido dalla gonna di tulle oversize ha dato il via, seguita da Carey Mulligan ("Una donna promettente") in lamè dorato extralarge di Valentino, Regina King con un altro Louis Vuitton dalle maniche ampie come ali di farfalla, e Vanessa Kirby ("Pieces of a Woman") che sembrava una colonna rosa pallido davanti ai flash dei fotografi ma ha occupato un paio di poltrone una volta seduta a tavola.

La gonna piumata di Laura Dern, una delle presentatrici, E Amanda Seyfried di "Mank», in un Armani Privé scarlatto dalla scollatura mozzafiato e la gonna plissettata da un paio di metri di diametro.

L’appuntamento dell’anno di Hollywood si è tenuto alla Union Station di Los Angeles, uno dei poli della cerimonia, trasformata per una notte in un maxi party all’aperto per i candidati, i presentatori e i loro ospiti.

Tanto bianco: la Bakalova, Viola Davis in Alexander McQueen tagliato al laser, ma soprattutto tanto oro, dal doppiopetto Brioni di Leslie Odom Jr, candidato come miglior attore non protagonista per «One Night in Miami» e per la miglior canzone originale, ai Crocs dorati di Questlove, il direttore musicale della cerimonia.

E poi Andra Day (in Vera Wang) e Laura Pausini, nel pant-suit griffato Valentino come i due smoking, uno bianco e uno nero, di Diane Warren.

Tanta moda italiana. In ordine sparso, i Valentino, ma anche Bottega Veneta per Daniel Kaluuya, miglior attore non protagonista per «Judas and the Black Messiah», Dolce e Gabbana per Halle Berry, Alberta Ferretti per Angela Bassett, il Gucci premaman di Emerald Fennell (migliore sceneggiatura originale) e Giorgio Armani che ha vestito anche Glenn Close, al suo ottavo Oscar mancato per «Elegia Americana": una tunica pantaloni color blu Klein e i guanti di seta viola, omaggio alla madre dello stilista che li indossava spesso.

L’ordine di scuderia di Steven Soderbergh, il producer e regista della serata, era stato chiaro: niente felpe o pigiami come ai Golden Globes.

Ma Chloé Zhao, che ha fatto la storia come prima regista donna non bianca a vincere il premio alla regia e la seconda in termini assoluti, si è presentata in sneaker bianche e tracolla «hobo», in linea col suo personaggio: i lunghi capelli acconciati in due treccine. Con lei, Linda May e Swankie, due delle «vere nomadi» che in «Nomadland» hanno affiancato la candidata a miglior attrice, Frances McDormand, invisibile al red carpet ma che è stata intravista con la mascherina sulla faccia accanto al marito Joel Coen.

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