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Guerriglia a Brescia per la retrocessione, dieci agenti feriti e gara sospesa

Una decina di agenti di Polizia feriti, danni allo stadio, panchine in pietra distrutte fuori dal Rigamonti e l’auto di un giocatore bruciata. E’ il bilancio della notte di guerriglia a Brescia, scattata quando mancava un minuto e mezzo alla fine della sfida tra Brescia e Cosenza, sospesa e mai ripresa, costata la retrocessione in Serie C alla squadra lombarda dopo 38 anni. Gli ultrà della Curva Nord hanno lanciato fumogeni in campo e poi hanno fatto invasione - uno di loro armato di coltello - mentre fuori iniziavano i tafferugli. Quello che resta a terra il giorno dopo sono pezzi di muro e pietre scagliate contro le forze dell’ordine e verso il parcheggio dove c’erano le auto di giocatori e dirigenti.

«Quanto accaduto è ingiustificabile e va condannato con forza. Sono però avvilito e profondamente scosso. In 6 anni, circa, di presidenza non vi erano mai stati episodi di violenza come quelli ai quali abbiamo assistito ieri sera allo stadio Rigamonti» ha dichiarato il presidente della Lega di Serie B, Mauro Balata. «Brescia non merita queste figure. È una vergogna“ è invece la durissima reazione del prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà.

«Non sono tifosi, sono delinquenti. Stiamo valutando tutti i filmati per intervenire» ha aggiunto il questore, Eugenio Spina. Al vaglio i video registrati dalle telecamere dentro e fuori lo stadio ma anche i molti video pubblicati in rete. Sugli scontri è intervenuto anche il sindaco, Laura Castelletti: «Scene vergognose, che non c’entrano nulla con lo sport. Mi auguro che i responsabili vengano assicurati alla giustizia».

«Ancora una volta, evidentemente, dei criminali travestiti da tifosi confondono lo sport con la violenza» ha detto il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese. Anche il Sindacato italiano unitario lavoratori polizia ha espresso solidarietà ai colleghi feriti e sconcerto per i fatti fuori dal Rigamonti: «Sembrava di essere tornati indietro di 30 anni: guerriglia urbana e scontri da incontri di calcio sudamericani. Poiché girano troppi interessi economici intorno al calcio si facessero carico le società del pagamento della sicurezza fuori e all’interno dello stadio, sicurezza che garantiscono solo ed esclusivamente le forze di Polizia con costi a carico dello Stato. Non possiamo più accettare queste cose».

In serata ha rotto il silenzio anche il Brescia calcio attraverso un comunicato: «Brescia Calcio si dissocia e condanna ogni episodio di violenza ed ogni forma di guerriglia incivile avvenuta nella serata di ieri, esprimendo la propria vicinanza e solidarietà a tutti coloro che hanno tifato e presenziato civilmente alla gara nonché alle forze dell’ordine per il lavoro svolto». La società prosegue: «I fatti accaduti non hanno nulla a che fare con lo sport, il calcio e il vero tifoso. Si tratta di fatti che hanno danneggiato l’immagine di Brescia città, nell’anno in cui è capitale della cultura, di Brescia società con 112 anni di storia, fatti che non rispecchiano in alcun modo i valori morali, etici e comportamentali che Brescia Città e Brescia Calcio hanno sempre trasmesso».

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