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La Juventus ritrova i 15 punti, ma la decisione finale è ancora da prendere

La Juve ritrova, per ora, i 15 punti tolti dalla giustizia Figc per il caso plusvalenze e torna terza in classifica. Ma il «rinvio per rideterminazione» alla Federcalcio, decretato dal Collegio di Garanzia presso il Coni, più che una vittoria è un pareggio nell’era dei tre punti.

La palla torna infatti ora alla Corte di appello federale, che secondo le indicazioni dei giudici presieduti da Gabriella Sandulli potranno confermare il -15, motivandolo, o, in assenza di una più precisa definizione delle responsabilità dei dirigenti bianconeri, rimodulare la pena.

«Per noi i punti sono sempre stati 59», si limita a dire l’allenatore Massimiliano Allegri, parlando della squadra. Ma nella vicenda infinita che cambia la classifica e lascia suspense sulla stagione bianconera e sulla corsa ai posti per la Champions League del prossimo anno, serviranno al massimo 45 giorni per capire se il «pareggio» di oggi è in realtà una sconfitta bianconera, o in qualche modo ha mosso la classifica.

«Noi contiamo che i punti restino per sempre», il commento del cfo (chief football officer) Juve, Francesco Calvo, che non ha potuto nascondere il rammarico per il no ai ricorsi di Agnelli, Arrivabene, Paratici e Cherubini. Di fatto, la complessa sentenza del Collegio ha deluso le aspettative degli avvocati Juve, che avevano chiesto l’annullamento in toto della sanzione. E per di più ha anche smentito gli ottimismi in chiave bianconera nati dalle parole del procuratore generale, Ugo Taucer, che aveva giudicato «carente» nelle motivazioni la sentenza di -15, emessa il 20 gennaio scorso dalla corte federale presieduta da Mario Luigi Torsello.

Perché il Collegio rinvia sì alla Corte federale, ma con una pesante conferma di colpevolezza dei suoi dirigenti più importanti e lasciando aperta la porta alla possibile conferma del -15. Nel dettaglio, il Collegio ha respinto il ricorso dei quattro dirigenti di prima linea: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex ad Maurizio Arrivabene, l’ex ds Fabio Paratici e Federico Cherubini. Le loro sanzioni e la loro colpevolezza sono dunque passate in giudicato, e visto i loro poteri esecutivi il tutto appare un bel macigno sulla via della Juve. D’altra parte, le sezioni unite del Collegio hanno «accolto i ricorsi di Pavel Nedved» e altri dirigenti, tra cui il presidente del J-Museum, Paolo Garimberti, e il consigliere Enrico Vellano, e ha «accolto» anche quello della Juve «nei termini e nei limiti di cui in motivazione, e ha rinviato alla Corte Federale di Appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell’apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata» a carico della Juve.

In sostanza la corte, in una composizione diversa da quella guidata da Torsello, dovrà chiarire quale peso abbiano avuto nella scelta del -15 i dirigenti: se i consiglieri come Nedved, Garimberti e Vellano, assolti, non avevano responsabilità e il peso ricade tutto sui quattro per i quali la condanna è stata confermata, il -15 ha di che essere motivato. Il Collegio ha tempo fino a 30 giorni per pubblicare le sue motivazioni, poi serviranno 15 giorni per la decisione della nuova Corte: in linea teorica, c'è tempo perché l'eventuale afflittività ricada sul campionato che chiude il 4 giugno.

La vicenda plusvalenze si intreccia poi con l’altro processo ancora in itinere sulla manovra stipendi. Calvo ha frenato sull'ipotesi che il club bianconero possa patteggiare, per non trascinare tutto al prossimo campionato e ritrovarsi in caso con due stagioni compromesse invece che una sola. Insomma, a oggi Napoli 74, Lazio 61, Juve 59, Roma 56. Ma tutto è ancora da vedere.

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