Il Brasile vince, si diverte e a tratti impressiona. Nella prima uscita ai Mondiali è quello che - insieme alla Spagna - conferma con più forza il proprio status di favorito. Le star giocano, dribblano, scattano e si divertono. A mettere la firma d’autore sulla partita in cui i brasiliani non lasciano neppure un’occasione alla Serbia, temuta alla vigilia, è però Richarlison, che firma con una doppietta il 2-0 finale. Nel primo tempo brutto anatroccolo, si tramuta in cigno nella ripresa. Il suo secondo gol - controllo e mezza girata al volo - è finora di gran lunga il più bello di questi mondiali.
Spietato in difesa, palleggiatore a centrocampo, il Brasile di Tite è apparso nel primo tempo fumoso in attacco: dribbling, cross, finte, tiri da lontano hanno fatto risorgere il fantasma della nazionale di giocolieri inconcludenti nella memoria dei tifosi verdeoro dello stadio di Lusail, nell’omonima città sorta a una ventina di chilometri da Doha per i Mondiali.
La Serbia, al contrario, è riuscita per 45’ a distruggere le trame degli avversari, messa bene in campo da Stojkovic. Il Brasile si presenta con il 4-2-3-1 e parte pressando alto i serbi, che non si fanno impressionare dalla tecnica degli avversari. La Serbia ribatte colpo su colpo al Brasile, Vinicius sulla sinistra impegna a fondo Zivkovic. Neymar, aggressivo, viene toccato duro dopo 7’ da Pavlovic, subito ammonito. E’ il Brasile ad avere più iniziativa ma i tiri di Neymar e Casemiro da fuori non impensieriscono Milinkovic-Savic, poi Vinicius si presenta solo ma lo stesso portiere azzecca l’uscita. E’ l’attaccante del Real il più vivo, su di lui salva Milenkovic che lo aveva lasciato andar via goffamente. Raphinha si perde sempre al momento decisivo dopo ottimi spunti, Richarlison non entra proprio in partita.
Dopo la pausa, il Brasile rientra in campo trasformato, pressa la Serbia che non riesce più ad uscire e le occasioni fioccano: dopo 1’ clamoroso errore di rilancio del portiere serbo che viene conquistato da Raphinha, ma il tiro è parato. Neymar fa ammonire anche Gudelj. Al 14’ clamoroso palo di Alex Sandro di sinistro da fuori area, con Milinkovic-Savic battuto, ma la pressione dei verdeoro aumenta e i serbi non riescono più ad oltrepassare la metà campo. Al 17’ il gol di Richarlison, praticamente alla sua prima comparsa nel vivo del gioco: Neymar se ne va sulla sinistra dell’area serba e lascia per Vinicius che tira. Il suo sinistro è respinto da Milinkovic-Savic sui piedi di Richarlison che deve solo appoggiarla nella porta vuota.
Per la Serbia entrano Vlahovic e Lazovic, la manovra degli uomini di Stojkovic sembra rianimarsi ma il Brasile è ormai padrone della situazione e riparte sempre con pericolosità. Al 28’, il capolavoro di Richarlison, il gol più bello dei Mondiali: ancora Vinicius, padrone della fascia sinistra, se ne va e mette la palla a centro aerea, i difensori serbi restano a distanza dall’attaccante del Tottenham che alza la palla e gira in rovesciata a fil di palo. Due palloni toccati, due gol, il secondo da incorniciare: è la serata di Richarlison. Il resto della partita è un fuoco d’artificio brasiliano, escono il centravanti uomo-partita e Neymar, che si fa male. Al 36’ la traversa nega il gol a Casermiro con Milinkovic-Savic che resta fermo, poi lo stesso portiere salva sul neoentrato Fred. Con la Spagna, il Brasile è senz’altro la squadra ad aver più convinto all’esordio.
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