La prima vittoria di Luciano Spalletti contro Josè Mourinho è forse un segno, al netto delle scaramanzie napoletane. L’1-0 della capolista in casa della Roma conferma il primo posto solitario in una stagione vissuta da dominatrice, e al di là del tabù infranto, indicativo della completezza raggiunta è il modo in cui il Napoli è stato capace di strappare la sua nona vittoria in campionato in un Olimpico trasformato dallo Special One in un fortino. Con i denti e con il cuore, vincendo di misura anche quando si profilava un replay del finora unico 0-0 della stagione partenopea.
Ma nell’1-0 finale l’ingrediente fondamentale è il senso del gol di Osimhen. La sua perla, all’80’, congela il risultato sul binario più giusto Da parte sua, Mourinho non aveva l’arma possibile per sterzare, Dybala, e però l’unico schema della serata è stato il lancio lungo. Troppo poco, anche con una difesa super (per 80') come stasera.
Spalletti, che contro Mourinho non aveva mai vinto fino a stasera, prova a sfatare il tabù puntando su Osimhen, restituito al suo ruolo di leader dell’attacco. Kvara a sinistra e Lozano a destra sono i chiavistelli per scardinare, via Karsdorp e via Ibanez, la difesa della Roma. Per la quale Mourinho, recuperato il terzino olandese e piazzatolo quasi sulla linea di difesa, riserva la sorpresa a centrocampo: Camara e il suo dinamismo sono preferiti all’esperienza compassata di Matic.
Si comincia con l’omaggio dell’Olimpico a Francesco Valdiserri, il 18enne travolto e ucciso da un’auto uscita fuori strada. Poi la Curva Sud si esibisce nei soliti cori anti-napoletani, che vista la diffida potrebbero costarle la chiusura per il derby.
Bastano ventitrè secondi dal calcio d’inizio e Lozano in area crea pericolo, costringendo Karsdorp a chiudere in diagonale su Kvaraskhelia. Il lampo Napoli è però un’illusione di spettacolo, per 45' sarà una partita bloccata. La capolista aspetta il varco giusto per superare il muro difensivo giallorosso, la Roma fatica a uscire palla al piede e si affida ai lanci. Su uno al 6' Zaniolo difende palla, entra in area e dal vertice prova un sinistro a giro troppo pretenzioso. Abraham lotta a sportellate con Kim, e quando dal limite ha una palla decente la spreca calciando verso Meret un destro a metà tra assist per Pellegrini e colpo di biliardo, senza essere ovviamente né l’uno né l’altro. . Una combinazione - tra le prime riuscite - alla mezzora porta dall’altra parte al tiro Zielinski, fino ad allora impegnato soprattutto a schermare Cristante, ma Rui Patricio blocca a terra. La partita a scacchi si potrebbe sbloccare al 38', quando Irrati fischia il rigore per un’uscita del portiere giallorosso su Ndombelè, tra le proteste della Roma e di Mourinho che sbraccia il suo no rischiando l’ammonizione: ci pensa il Var, richiamando l’arbitro al video check, da cui emerge il tocco lieve sul pallone prima che sull'avversario. Rigore rimangiato.
L’impressione è che serva la giocata personale, la prova Lozano in chiusura di tempo ma Rui Patricio blocca di nuovo il suo tiro.
Al rientro in campo, Raspadori e Politano si scaldano per eventuali cambi che indirizzino la partita dove Spalletti vuole, ma la partenza del Napoli anche senza di loro è più attiva. Rui Patricio al 5' deve sfoderare la prima vera parata della serata, alzando sopra la traversa la botta di Lozano, poi è Smalling a murare in area Kvara.
Il primo cambio Napoli non è in attacco ma a centrocampo, Elmas subentrato a Ndombelè ha sulla testa al 15' la palla del vantaggio, deviata dall’onnipresente Smalling. Un minuto dopo è Juan Jesus ad avere la palla buona a porta aperta, ma svirgola. Ma è il segno che la Roma è in apnea, il Napoli in crescita. Mourinho allora manda in campo Belotti per Abraham. Casualmente, la serata sfiora l’incredibile al minuto 69, con un’occasione per parte nel giro di trenta secondo: prima Zaniolo lanciato in area e Zielinski che mura Camara alla battuta, poi nel ribaltamento Osimhen che si libera al tiro ma apre troppo la traiettoria sul palo opposto.
A un quarto d’ora dalla fine Zielinski esce per Gaetano, Lozano per Politano. È destino che il gol partita arrivi dall’unico errore di Smalling e dall’unica perla di Osimhen: il nigeriano è lanciato in area, la sua potenza fisica spaventa il difensore che prova l’anticipo ma lo cicca, il destro di Osimhen ha un angolo di tiro possibile solo per lui e Rui Patricio è battuto.
Crollato il fortino, Mourinho gioca le (poche) carte che ha in panchina, El Shaarawy e Shomurodov. Ma non c'è tempo, né modo di inventare quel che la Roma stasera non ha mai saputo fare.
Roma-Napoli 0-1
RETE: st 35' Osimhen
ROMA (3-5-2): Rui Patricio 6; Mancini 6 (37' st El Shaarawy sv), Smalling 6, Ibanez 6; Karsdorp 6 (37' st Vina sv), Camara 6.5 (37' st Matic sv), Cristante 6, Pellegrini 5.5, Spinazzola 5.5 (41' st Shomurodov sv); Zaniolo 6, Abraham 5 (18' st Belotti 5.5). In panchina: Boer, Svilar, Shomurodov, Kumbulla, Bove, Volpato, Tripi, Tahirovic. Allenatore: Mourinho 5
NAPOLI (4-3-3): Meret 6; Di Lorenzo 6.5, Kim 7, Juan Jesus 6, Olivera 6; Ndombelé 5.5 (12' st Elmas 6), Lobotka 6.5, Zielinski 6.5 (30' st Gaetano sv); Lozano 6 (30' st Politano 6.5), Osimhen 7, Kvaratskhelia 6. In panchina: Marfella, Idasiak, Demme, Rui, Simeone, Zerbin, Zedadka, Ostigard, Zanoli, Raspadori. Allenatore: Spalletti 7
ARBITRO: Irrati di Pistoia 6
NOTE: serata serena, terreno di gioco in discrete condizioni. Ammoniti: Smalling, Lozano, Ndombelé, Cristante, Spalletti, Ibanez, Olivera, Mourinho. Angoli: 4-3 per il Napoli. Recupero: 3'; 5'
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