L’Inter continua a correre, spinta da Lautaro Martinez e Barella. I due protagonisti del pareggio di Barcellona si vestono da trascinatori anche con la Salernitana: due gol, uno per tempo, per sbarazzarsi dei campani senza troppe difficoltà. «Siamo stati sempre in controllo, la squadra ha sviluppato bene il suo gioco. Temevo questa gara vista la sfida in Europa di mercoledì, ma li avevo visti concentrati», il commento di Inzaghi post-partita interviststo da Sky.
Anche perché i nerazzurri ora sembrano davvero essere tornati, con una prestazione di grande solidità e concentrazione, senza dimenticarsi però il gioco, con un Calhanoglu protagonista anche da regista senza fare per nulla sentire il peso dell’assenza di Brozovic. Il turco ha ispirato così la terza vittoria nelle ultime quattro partite (con in mezzo il 3-3 al Camp Nou) per i nerazzurri, il quarto risultato utile consecutivo: la migliore ripartenza dopo un inizio di stagione decisamente complicato, in cui non erano mancate anche le voci di un Inzaghi a rischio visto l’andamento.
Con la Salernitana, così, l’Inter ha mostrato nuovamente il suo volto migliore, anche grazie alla scelta del tecnico di confermare l’undici titolare visto in Catalogna, con l’unica eccezione di Acerbi in campo al posto di Bastoni in difesa. Perché è vero che i campani sono rimasti in partita fino al raddoppio di Barella nella ripresa, ma il risultato sarebbe potuto essere diverso se, dopo l’iniziale vantaggio firmato Lautaro (destro da fuori che ha sorpreso un non irreprensibile Sepe), lo stesso argentino e Dzeko non abbiano sprecato diverse occasioni.
I campani di Nicola hanno provato a pungere con Kastanos, Piatek e Dia, troppo poco però per impensierire davvero Onana, confermato ancora titolare per la quarta partita consecutiva. Nel secondo tempo, così, nonostante una buona reazione della Salernitana, il gol di Barella innescato da un lancio mancino di Calhanoglu ha mandato di fatto i titoli di coda sulla gara, con i nerazzurri in totale controllo nell’ultima mezzora della sfida.
Un’Inter ritrovata, quindi, e che ora aspetta anche il ritorno di Lukaku per rilanciare le sue ambizioni di rincorsa alla vetta (“ha subito un infortunio che non gli era mai capitato in carriera», le parole di Inzaghi). Il segreto? Lo ha svelato Bastoni, prima della gara contro la Salernitana. “Abbiamo avuto un confronto tra di noi nello spogliatoio in cui abbiamo capito che ci lamentavamo troppo con gli altri e siamo arrivati alla conclusione che dobbiamo aiutarci tutti per raggiungere obiettivi importanti». Situazione confermata anche da Lautaro nel post-partita. «Dopo le prime giornate abbiamo parlato tra di noi, ci siamo messi tutti insieme e ora le cose girano».
La Lazio non segna e perde Immobile
Quando due squadre in grande forma si affrontano, non è detto che venga fuori per forza una partita ricca di gol. Lazio-Udinese ne è l’esempio: all’Olimpico finisce 0-0, un risultato da cui entrambe le formazioni possono trarre conclusioni positive. I biancocelesti, innanzitutto, continuano a tenere ben serrata la propria porta: per la quinta partita di fila, la squadra di Sarri non subisce gol, e ottimi segnali arrivano anche dalla prestazione di Casale, l’acquisto più costoso del mercato estivo, che ha sostituito con personalità Patric. Ma per la Lazio oggi c’è stato anche un lato fortemente negativo: infatti ha avuto la sfortuna di perdere dopo solo mezz’ora il bomber e capitano Ciro Immobile, uscito dal campo per un infortunio al flessore. L’ingresso di Pedro (che a 35 anni è ancora un giocatore di livello superiore) leva ai capitolini la profondità dell’attaccante campano, la cui assenza sarà sicuramente un problema, visto che un altro centravanti dir uolo nella rosa dei biancocelesti non c’è, ora che il calendario si fa infuocato.
L’Udinese, da parte sua, si conferma una squadra solida e di grande corsa, capace ormai di giocarsela alla pari con le big del campionato. La gara in sé è stata equilibrata, e si può sintetizzare dicendo che i padroni di casa hanno avuto più occasioni da gol ma gli ospiti hanno preso due legni, per la precisione con Samardzic (ottima prestazione del classe 2002 nel primo tempo) e poi con Deulofeu, sempre ‘elettricò, nella ripresa. Nello specifico oggi la formazione allenata da Sottl, reduce dallo spettacolare pareggio contro l’Atalanta, in attacco ha avuto le polveri bagnate: Beto è spento, ingabbiato dalla premiata ditta Casale-Romagnoli. Udogie spinge come sa ma non si fa vedere dalle parti di Provedel. A parte i due ‘legnì, chances da rete ce ne sono state, ma tolte le due traverse nulla di importante.
Alla Lazio, invece, è mancato il guizzo a centrocampo, in una giornata in cui Milinkovic Savic non ha fatto la differenza mentre Luis Alberto (inserito nel finale) non ha avuto tempo per incidere. Chi ormai è stabilmente tra i più brillanti in campo è Mattia Zaccagni, che oggi dopo pochi minuti ha fatto ammonire Becao e spesso ha creato superiorità sulla sinistra.
I tifosi laziali tuttavia possono essere soddisfatti della tenuta atletica della squadra: dopo l’impegno complicato con lo Sturm Graz di sabato, non era scontato reggere l’impatto dei friulani, grandi corridori (e più freschi); ora, prima del derby del 6 novembre, ci saranno gli impegni con Atalanta in trasferta e Salernitana in casa, intervallati dagli ultimi turni di Europa League, in cui la squadra di Sarri dovrà capire cosa vuole fare da grande. La banda Sottil, vera rivelazione del campionato, non avendo impegni europei potrebbe consolidarsi tra le posizioni nobili di classifica prima dello stop per il Mondiale in Qatar: le prossime partite di campionato saranno con Torino, Cremonese, Lecce e Spezia, l’occasione di fare tanti punti è ghiotta.
Napoli batte Bologna 3-2
Il Napoli non si ferma, batte anche il Bologna e centra la decima vittoria consecutiva tra campionato (6) e Champions League (4). Allo stadio Maradona apre i conti Zirkzee per gli emiliani, poi Juan Jesus e Lozano ribaltano tutto a cavallo dei due tempi, prima che Meret permetta a Barrow di pareggiare i conti. Il gol decisivo lo firma Osimhen, che permette alla squadra di Spalletti di riprendersi la vetta della classifica a 26 punti.
Si tratta del terzo ko nelle ultime quattro gare invece per gli uomini di Thiago Motta, fermi a 7 punti e solo momentaneamente a +2 sulla zona retrocessione.
Tanto equilibrio e poche emozioni nelle primissime battute di gara, poi dal 20' provano a scatenarsi i partenopei sfiorando più volte il gol del vantaggio. Il primo tentativo è un diagonale mancino impreciso di Raspadori sul tocco in verticale di Kvaratskhelia, il secondo è una conclusione di Mario Rui che scheggia la traversa, il terzo è un erroraccio di Politano su un altro assist di Kvaratskhelia, sprecato dall’esterno azzurro che calcia alto da pochi metri. Gli emiliani si salvano e iniziano a prendere coraggio a ridosso dell’intervallo, trovando il vantaggio praticamente al primo vero affondo della serata: Dominguez inventa per Cambiaso, tocco a rimorchio per Zirkzee che di mancino firma il suo primo gol in Serie A partendo da titolare. Il Napoli però reagisce subito e prima del riposo rimette tutto in equilibrio con il tocco in mischia di Juan Jesus, che risolve una situazione da corner siglando l’immediato 1-1.
A inizio ripresa succede di tutto: i partenopei la ribaltano immediatamente con la zampata del neo entrato Lozano, ma dopo una manciata di minuti una 'paperà di Meret permette a Barrow di firmare l’immediato 2-2. Il Napoli non si scompone e con pazienza torna ad attaccare, trovando al 69' la rete per riportarsi in vantaggio con Osimhen, anche lui entrato dalla panchina e servito splendidamente dal solito Kvaratskhelia. Una decina di minuti più tardi gli azzurri vanno anche vicini al poker con Zielinski, il cui tiro deviato da Lucumi si stampa sulla traversa tenendo in vita il Bologna. Nel finale il centrocampista polacco offre anche una gran palla a Lozano, il messicano colpisce in spaccata ma Skorupski è bravo a negargli la doppietta personale.
Pari tra Spezia e Cremonese
Pari scintillante tra Spezia e Cremonese: emozioni, quattro gol e squadra mai dome alla ricerca della vittoria. Per i liguri è un passo in avanti, per i lombardi è il quarto punto in dieci gare. Troppo poco per salvarsi. Dessers porta gli ospiti in vantaggio all’ìnizio, Dessers e Holm ribaltano il risultato in 4'. Nella ripresa meritato pari di Pickel.
Il Milan vince a Verona
Il Milan soffre ma si impone sul campo di un buon Verona, per 2-1, al termine di una sfida molto combattuta. A decidere la gara sono un’autorete di Veloso e un guizzo di Tonali, già due volte a segno qui sul finire della scorsa stagione, che vanificano il momentaneo pareggio di Gunter. Buona, nonostante il risultato, la prima di Bocchetti sulla panchina del club veneto. I campioni d’Italia in carica passano in vantaggio già al 9'. Hrustic perde un pallone sanguinoso che viene recuperato da Giroud, con il francese che serve Leao che sgasa sulla sinistra, mette in mezzo trovano Veloso che interviene maldestramente con il corpo trafiggendo Montipò per l’1-0. Due minuti dopo, Giroud si mangia il 2-0 calciando fuori a tu per tu con il portiere dopo un triangolo chiuso splendidamente con Diaz. Gli ospiti sembrano in controllo, ma al 19' subiscono il pari avversario. La difesa si fa trovare messa male quando la palla gira sulla sinistra per Gunter che va al tiro in modo non irresistibile ma sulla traiettoria ci mette il piede Gabbia che spiazza Tatarusanu provocando quindi l'1-1.
In pieno recupero, lo stesso Gunter di testa tenta un assist da ottima posizione anziché concludere verso lo specchio graziando così Tatarusanu. Si va al riposo in parità. Gli uomini dell’esordiente Bocchetti si fanno vedere già al 2' quando Hrustic chiude a lato non di molto con il mancino al termine di una rapida ripartenza. I rossoneri rispondono due minuti dopo, quando Hernandez avanza e verticalizza per il neo entrato Rebic che da buona posizione calcia debolmente con il sinistro trovando Montipò pronto a salvare di piede. Sul versante opposto, i gialloblù vanno a centimetri dal vantaggio all’11' quando il neo entrato Piccoli viene lasciato liberissimo di impattare di testa sul traversone dalla sinistra di Veloso, con la palla che centra in pieno la traversa a portiere battuto. Sulla ribattuta corta della difesa si avventa Gunter, che calcia fuori di poco. Gli uomini di Pioli si rivedono al 31', quando Montipò deve salvare due volte nel giro di pochi secondi, prima su un sinistro dalla distanza di Hernandez e poi su un’incornata ravvicinata di Rebic.
La partita viene decisa al 36', quando su un’accelerazione improvvisa ospiti portano Rebic a correre sulla destra e a mettere dentro un rasoterra che taglia fuori tutta la difesa in favore di Tonali, che infila di piatto Montipò per il definitivo 2-1. Nel finale, il Milan serra i ranghi, sventa due mischie pericolose e porta a casa un successo tanto sudato quanto importante che riporta la squadra in terza posizione a quota 23, a 3 lunghezze di ritardo dalla capolista Napoli. Non basta il coraggio a un ottimo Verona, che esce dal Bentegodi a mani vuote, rimanendo così terzultimo con soli 5 punti all’attivo.
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