Palermo Capitale della cultura, la città siciliana tra le più ricercate mète turistiche per il lungo ponte fra Pasqua e il primo di Maggio, insieme a Roma, Firenze, Venezia, Napoli e Lecce, sulla base di uno studio realizzato dall’Istituto Piepoli.
Le ricchezze architettoniche, naturalistiche e i recenti dati fanno presupporre, per il capoluogo e l'intera Sicilia, una "macchina organizzativa" degna di tante richieste da parte dei turisti ed invece chi decide di pianificare una visita nella nostra regione si scontra con una realtà ben diversa.
È quanto sostiene il sindacato Cobas Codir che in un periodo di grande presenza di stranieri punta il dito sulle lunghe file all'ingresso dei siti culturali. Nelle grandi città europee e italiane i ticket d'ingresso sono venduti online da un lato, con notevole risparmio di tempo da parte dei turisti che possono pianificare i propri viaggi con maggiore precisione e soprattutto senza incorrere in sgradevoli sorprese legate a chiusure o fasce orarie d'apertura e dall'altro, più sicurezza per chi è addetto alla vendita che non deve fare i conti con possibili rapine.
In Sicilia questo avviene di rado, così come è carente la sicurezza dei siti. Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas-Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano) movimento che aderisce al Cobas-Codir, fanno denunciano "l’irreale situazione in cui il personale regionale dei beni culturali con particolare riferimento alla fruizione, tutela e vigilanza, in molte realtà, è costretto a operare. Purtroppo condizioni note anche ai malavitosi che già in passato hanno saccheggiato gli incassi, talvolta settimanali, che giacciono in luoghi anche privi di cassaforte".
"Abbiamo anche rivendicato - sottolineano i sindacalisti del Cobas Codir - il potenziamento degli organici di ciascun sito culturale ormai al di sotto dei minimi consentiti dalla normativa vigente. Abbiamo chiesto altresì di dotare i siti di tecnologie atte a rafforzare il sistema di sicurezza, mettendo in primo piano soprattutto la salvaguardia dei lavoratori e l'eliminazione della liquidità del denaro, proveniente dall'acquisto dei ticket di ingresso".
Il Dipartimento Beni Culturali ha recepito un decreto ministeriale concernente le norme per l’istituzione del biglietto di ingresso nei siti, estendendo il principio della gratuità ad alcune categorie di persone, istituendo un apposito registro dove annotare a mano gli aventi diritto, indicando la data, nome, cognome e documento di riconoscimento, motivo del rilascio del biglietto gratuito e/o ridotto e sigla del personale addetto alla biglietteria. I sindacati lamentano che anche in questo caso la Sicilia rimane indietro perchè ha sì recepito il decreto ministeriale ma "senza prima procedere ad ammodernare il sistema".
"Se da un lato si può condividere, - dicono i sindacalisti - un siffatto provvedimento, per vanificare ogni speculazione legata alla gratuità dei biglietti di ingresso, dall’altro diventa concausa di lunghe file mostruose che si generano proprio all’ingresso dei siti culturali siciliani".
Acquistare il biglietto online dunque facilita da un lato, la fruizione dei siti e dall'altro, rende più snello e meno pericoloso il lavoro di chi è addetto alla vendita dei ticket.
I sindacati chiedono al presidente della Regione, che ha l'interim ai Beni Culturali, "di farsi promotore, nei confronti dell'Assessore della Funzione Pubblica, per sbloccare i pagamenti arretrati taluni risalenti persino al 2017, della programmazione di un processo che tenda ad ammodernare i sistemi di sicurezza dei siti culturali siciliani e di avviare una iniziativa di legge per permettere l'acquisto online dei ticket di ingresso che, oltre a scoraggiare i malavitosi, rappresenterebbe un segnale di modernizzazione, un ulteriore mezzo di diffusione e pubblicizzazione delle meraviglie culturali siciliane".
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