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E la Nasa lavora ad una pizza da «stampare» al ristorante

PALERMO. La fantasia in cucina potrebbe presto arricchirsi di una nuova speciale alternativa grazie alle sperimentazioni cui sta lavorando Barilla in collaborazione con TNO Eindhoven, centro di ricerca che si occupa, tra le tante cose, anche di "food printing". Una collaborazione iniziata ormai da oltre due anni, tendente a progettare soluzioni innovative per la produzione di pasta personalizzata. Il concetto è quello di portare le stampanti tridimensionali nelle cucine dei ristoranti, così come già fatto in alcuni locali olandesi.
Secondo le aziende interessate al progetto in un futuro molto vicino chiunque potrà disegnare al computer una forma particolare di pasta e farsela cucinare consegnando il file al ristorante.
Visti i molteplici interessi e le applicazioni possibili si prevede un impatto notevole della tecnologia 3D in diversi ambiti professionali, con un giro d'affari che nei prossimi anni raggiungerà diversi miliardi di dollari. Proprio dal food printing potrebbero venire fuori nuove idee da proporre a tavola. L'idea di Barilla infatti è in buona compagnia, sono tante le aziende impegnate su questo fronte e si rivolge a chiunque sia interessato a fare esperienze culinarie creative senza necessità di alcuna conoscenza specialistica sulla cucina molecolare, per creare rapidamente frutta fresca e biologica 3D su richiesta.
L’Agenzia aerospaziale americana sta lavorando invece su un progetto che prepara la pizza miscelando farina ed altri elementi posizionati a strati su una piastra riscaldata, con condimento finale a base di olio e pomodoro, il fine è quello di ottenere una cucina pulita e facilmente attuabile nelle future missioni spaziali.
O. ES.

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