La strada intrapresa dagli sviluppatori dei futuri videogames segue il filone delle guerre e degli scontri sociali. La novità sta nel fatto che ci si ispira a fatti realmente accaduti per enfatizzare la realtà di tutti i giorni e alcuni fatti della cronaca quotidiana finiti spesso nelle prime pagine dei giornali.
Riot è il videogame sviluppato da un ragazzo italiano ,a residente in Olanda, Mattia Traverso, diciannovenne, che ha creato un gioco basato sugli scontri nel corso del G8 di Genova e su quelli del no Tav in Val di Susa. Ma protagonisti non sono soltanto i fatti di cronaca italiana ma anche quelli che si sono registratai in paesi come l’Egitto,la Turchia, il Brasile, la Grecia e la Spagna che sono in lavorazione per offrire uno spaccato sociale delle rivoluzioni in atto praticamente in ogni angolo del globo. Al momento i titoli sono stati prodotti per Android in attesa di riscrivere i codici per le console di gioco più diffuse.
Anche dagli ortodossi russi arriva un titolo che vede protagoniste le Pussy Riot, componenti del gruppo punk costrette in prigione tra battaglie e scioperi della fame. Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alyokhina e Yekaterina Samutsevich sono state condannate a due anni di prigione per teppismo motivato da odio religioso per aver cantato una canzone nella cattedrale di Mosca ed oggi le ritroviamo anche sulle console di gioco.
Ma non c’è solo l’Europa al centro dell’attenzione per quanto riguarda i videogames, per così dire, di carattere tipicamente sociale. Attualissima infine la notizia del lancio di Glorious Mission On Line, il videogame sponsorizzato dall’Esercito di liberazione popolare cinese, dove il conflitto reale tra Giappone e Cina per il controllo delle isole Senkaku/Diaoyu si sposta anche nello spazio virtuale nel quale si combatte a fianco dei soldati di Pechino contro il Giappone per la conquista dell'arcipelago a Nord di Taiwan.
O. ES.
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