
Il governo sudcoreano ha «sospeso temporaneamente» il servizio locale dell’app cinese di intelligenza artificiale DeepSeek a causa dei timori legati alle pratiche di raccolta dei dati. La decisione è stata presa dalla Commissione per la protezione delle informazioni personali, che ha comunicato che il blocco è entrato in vigore alle 18:00 di sabato (10:00 in Italia). Il servizio sarà riattivato solo dopo che saranno apportati i necessari «miglioramenti e rimedi» per garantire la tutela della privacy in linea con le leggi locali di Seul.
La sospensione segue il divieto d’accesso a DeepSeek imposto da vari ministeri e agenzie governative, che hanno sollevato dubbi sulla gestione e archiviazione dei dati degli utenti. L’app, che ha suscitato interesse grazie al chatbot R1—capace di eguagliare le funzioni dei concorrenti occidentali a costi notevolmente inferiori—non è più disponibile per il download in Corea del Sud in attesa di una revisione complessiva delle sue procedure di gestione dei dati.
Il caso si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazioni internazionali: diversi Paesi hanno messo in dubbio il sistema di archiviazione di DeepSeek, che l’azienda assicura essere realizzato su «server sicuri situati nella Repubblica popolare cinese». Lo scorso mese, Seul ha avviato un’indagine formale sulla piattaforma, chiedendo chiarimenti sui metodi adottati per la raccolta e la gestione dei dati personali.
In risposta, la startup cinese ha designato un proprio rappresentante in Corea del Sud e ha riconosciuto le carenze nell’adeguarsi alle normative locali, esprimendo la volontà di collaborare per raggiungere una soluzione. Tuttavia, l’azienda ha evidenziato che un adeguamento completo dell’app alle leggi sudcoreane richiederebbe un considerevole lasso di tempo. Per evitare ulteriori preoccupazioni, le autorità hanno raccomandato la sospensione temporanea del servizio, proposta che DeepSeek ha accettato, promettendo il ripristino solo dopo l’implementazione dei miglioramenti richiesti.
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